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Alisson ricorda i ragazzi del Flamengo: “Quella tragedia mi ha colpito”

Nel corso di un’intervista concessa al ‘Daily Mail’, il portiere brasiliano del Liverpool ha ricordato la disgrazia del febbraio scorso quando un incendio nel centro sportivo del Flamengo causò la morte di dieci giovani calciatori: “È stata una tragedia che mi ha colpito enormemente. Quei ragazzi avevano tutta la vita davanti a loro”.
A cura di Alberto Pucci
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Il 2019 che ci sta per lasciare, sarà ricordato da Alisson Becker non solo per i grandi trionfi ottenuti con il Liverpool. Nel riavvolgere il nastro dei ricordi di questi ultimi dodici mesi, l'ex portiere della Roma si è infatti soffermato anche su una disgrazia che ha colpito tutto il mondo e soprattutto l'intero movimento del calcio brasiliano: l'incendio nel centro sportivo del Flamengo e la morte di dieci giovani promesse del club di Rio de Janeiro.

Il ricordo straziante di Alisson

Un dramma che ha scosso il numero uno della squadra di Jurgen Klopp: "È stata una tragedia che mi ha colpito enormemente, dal momento che io da piccolo ero come loro – ha spiegato Alisson, che nell'intervista concessa al tabloid ‘Daily Mail' ha così ricordato le vittime dello scorso febbraio – Abitavo lontano da casa mia e dovevo badare a me stesso, coltivando il sogno di diventare un calciatore professionista. Sono cresciuto nell'Internacional e il club non mi ha mai fatto mancare nulla, insegnandomi a diventare una buona persona, in campo e nella vita. Quei ragazzi avevano tutta la vita davanti a loro".

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Il messaggio del portiere brasiliano

In attesa di brindare ad un futuro migliore e di tornare in campo con i Reds nella prima partita del nuovo anno (il 2 gennaio ad Anfield Road contro lo Sheffield), il ventisettenne portiere della Selecao ha inoltre preso al volo l'occasione per mandare un messaggio a tutti i tifosi: "In Brasile ci sono tanti problemi, così come in tutto il mondo – ha concluso Alisson – A Roma non ci sono le favelas, eppure c’è comunque povertà. In Brasile lavoro per aiutare i bambini e ho intenzione di fare di più quando finirò la carriera. Ma credo che tutti dovremmo fare di più per dare una mano. Dovremmo pensare di più agli altri".

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