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Alex Ferguson racconta il dramma personale dopo l’emorragia: “Non riuscivo più a parlare”

Oggi 79enne, l’ex numero uno del Manchester United, Sir Alex Ferguson ricorda come fosse ieri cosa accadde in quei giorni in cui si chiedeva “riuscirò mai a rivedere il sole?” tormentato da un pensiero angosciante: “Mi tornerà la voce? Ce la farò a parlare di nuovo?”. Operato d’urgenza al cervello per un’emorragia, è riuscito a riprendersi anche grazie all’aiuto di un logopedista.
A cura di Maurizio De Santis
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Sir Alex Ferguson aveva paura di perdere la memoria, dimenticare ogni cosa: dagli affetti più cari fino alla carriera che lo ha visto su un campo di calcio da giocatore e poi a manager. Ecco perché, dopo l'emorragia cerebrale che nel 2018 lo costrinse all'operazione e al riposo, ha detto sì senza remore al film (Sir Alex Ferguson: Never Give Up) che racconterà i momenti più belli ed esaltanti, quelli più duri della sua avventura sul rettangolo verde. Uscirà a maggio, 3 anni dopo il ricovero che fece temere per la sua vita. Tre anni dopo quel giorno in cui intorno a lui fece buio all'improvviso.

Oggi 79enne, l'ex numero uno del Manchester United ricorda come fosse ieri cosa accadde in quei giorni in cui si chiedeva "riuscirò mai a rivedere il sole?" tormentato da un pensiero angosciante: "Mi tornerà la voce? Ce la farò a parlare di nuovo?". Da lì, nel letto del Salford Royal Hospital dove restò ricoverato in terapia intensiva e in coma indotto dopo l'intervento d'urgenza al cervello, non sapeva se, quando e come sarebbe uscito. Gli era difficile anche fare le cose più comuni come chiamare per nome una persona, pronunciare una parola. Quattro giorni dopo tornò a casa ma gli servì ancora un po' di tempo per rimettersi in sesto.

Ho perso la voce, non riuscivo a dire una parola, ed è stato terrificante… assolutamente terrificante – ha raccontato Ferguson -. Sapevo già di essere fortunato perché dopo cinque emorragie cerebrali ero ancora vivo e lucido. Ma era tutto così difficile.

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La riabilitazione svolta con l'ausilio di un logopedista gli ha permesso di recuperare l'uso della voce. Un terapista del linguaggio lo ha aiutato a sbloccare quella funzione che s'era inceppata in seguito al malore. Dieci giorno dopo l'operazione Sir Alex aveva riassaporato il valore della normalità.

Perdere la memoria sarebbe stato per me drammatico – ha aggiunto l'ex manager dello United -. Sarebbe stato terribile per la mia famiglia se fossi rimasto seduto in casa avendo perso conoscenza di me stesso e dei miei cari. Un paio di medici vennero nella mia stanza per verificare quali fossero le mie condizioni. Mi dissero di scrivere i nomi della mia famiglia, dei miei amici o anche dei calciatori. Iniziai a scrivere, scrivere e scrivere…  e per me fu come una liberazione.

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