Alcuni giocatori della Lazio lasciano la cena di Natale, Lotito la prende male: discorso durissimo
La tradizionale cena di Natale della Lazio è stata l'occasione per ritrovarsi tutti assieme in casa biancoceleste dopo la brutta sconfitta col Sassuolo di domenica scorsa, cui ha fatto seguito un confronto molto duro tra Maurizio Sarri e i giocatori ad inizio settimana. Il tecnico non si capacita di come dopo mesi di lavoro ancora i suoi dettami tattici non siano stati digeriti del tutto e la squadra vada incontro ad alti e bassi non accettabili dal suo punto di vista: le 6 sconfitte nelle prime 17 partite dicono quanto ancora ci sia da mettere a punto per raggiungere obiettivi superiori all'attuale nono posto a ben 15 punti dalla capolista Inter, nonché a 11 dal quarto posto occupato dal Napoli che vale l'accesso alla Champions League.
Il discorso di Sarri alla squadra è stato avallato in toto da Claudio Lotito, il cui asse col toscano è solidissimo. Il presidente della Lazio ha colto anzi proprio l'occasione della cena del club per togliere ai giocatori qualsiasi alibi o dubbi circa la conduzione tecnica: non solo il presente è targato Sarri, ma anche il futuro. Lotito ha dunque annunciato davanti a tutti il rinnovo del 62enne allenatore: "Io ho incontrato un uomo che può fare la differenza nel mondo del calcio, uno che vive di passioni autentiche. Se oggi qualcuno può pensare che il mister sia precario non lo è, anzi vi dico che ho dato mandato al segretario di rinnovargli il contratto di altri due anni immediatamente".
Il rapporto di Sarri con la Lazio è dunque destinato a durare fino al 2025, parola di Lotito. Che poi – all'interno di un discorso lunghissimo in cui ha richiamato i giocatori ai propri doveri, facendo leva sui valori morali e sull'attaccamento alla maglia – ci è andato giù abbastanza duro: "Noi siamo una grande famiglia con delle regole che non si possono disattendere. Voglio a tutti i costi portare avanti la crescita del sistema e del club, non consentirò a nessuno di distruggere il mio operato. La Lazio deve essere un punto di partenza, non di arrivo. È finito il tempo del silenzio assenso, oggi la gente deve dimostrare le capacità attraverso i fatti e gli atteggiamenti. Vi sembra giusto che alcuni se ne siano già andati?".
La frase, secondo quanto riferisce Il Messaggero, sarebbe stata rivolta a quei calciatori che non erano più presenti nella sala del St. Regis al momento del discorso di Lotito: Radu, Milinkovic-Savic, Felipe Anderson, Marusic, Basic, Vavro e Kamenovic. In due non erano neanche mai arrivati alla cena di Natale del club: Muriqi e André Anderson. Le parole del presidente promettono carbone in vista della Befana, qualora non ci si allinei ai comportamenti richiesti: "Finora non ero intervenuto per non invadere il campo del mister, ma ora basta", è l'ammonimento di Lotito.