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Alcool e cattiveria, Rooney in balia dei suoi demoni: “Avrei potuto uccidere qualcuno”

Cosa c’è dietro il lato oscuro della forza? Wayne Rooney lo ha svelato in documentario su Amazon, senza tacere anche gli aspetti più duri da raccontare della propria vita di uomo e calciatore. E alcuni mettono i brividi.
A cura di Maurizio De Santis
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Le confessioni di Wayne Rooney sulla sua vita spericolata di uomo e calciatore.
Le confessioni di Wayne Rooney sulla sua vita spericolata di uomo e calciatore.

Wayne Rooney ha perso il conto dei bicchieri bevuti come sorsi d'acqua fresca. Li mandava giù l'uno dietro l'altro e a un certo punto era più semplice lasciargli la bottiglia davanti. Ne ha scolate abbastanza, anche troppe. Le ha succhiate fino all'ultima goccia e poi ha avvicinato l'occhio al buco, a mo' di cannocchiale: in fondo ci ha visto il nulla. E ha avuto paura. L'ex attaccante di Everton, Manchester United, Inghilterra ha raccontato nel documentario di Amazon cosa c'è dietro il lato oscuro della forza, quanto sia facile perdersi e così difficile ritrovarsi fino ad annullarsi, a farsi del male, a distruggersi da soli.

L'assonanza del suo nomignolo, Wazza/Gazza, con quella di un altro grande talento furibondo del calcio inglese, Gascoigne, aggiunge un'altra sfumatura alla vita spericolata del calciatore che ha giocato a dadi mettendo in palio la propria vita. "Dieci, quindici anni fa – le parole di Rooney – non potevo entrare in uno spogliatoio e confessare di avere problemi con l'alcool. Non era possibile". E andò avanti con i suoi demoni sotto il braccio, commettendo errori su errori rischiando grosso.

Ha fatto di tutto e quando ci pensa ha la stessa sensazione di camminare sul ciglio del burrone. Metti un piede in fallo e precipiti. E a lui è capitato molte volte ma è riuscito a cavarsela per il rotto della cuffia. "Potrebbe essere stato con ragazze, potrebbe essere stata la guida in stato di ebbrezza, perché ho fatto anche quello. Avrei potuto uccidere qualcuno oppure uccidermi. Tutto questo è stato terribile".

Il duello senza esclusione di colpi tra Wayne Rooney del Manchester United e John Terry del Chelsea.
Il duello senza esclusione di colpi tra Wayne Rooney del Manchester United e John Terry del Chelsea.

Istinto killer (ma di bomber che non perdona e fa gol appena possibile) e talento lo hanno proiettato sul palcoscenico giovanissimo: a 19 anni aveva già la certezza che "i difensori avevano paura di affrontarmi". Poi qualcosa è cambiato e la sua carriera ha preso una china differente, senza mai riuscire a esplodere davvero. È arrivato a un passo dalla grandezza del Pallone d'Oro, l'ha sfiorata con un dito ed è crollato. E oggi, da allenatore del Derby County, che ha alzato il velo anche sugli aspetti più bui della sua vita di uomo e di calciatore fa scalpore, può pagare caro certi atteggiamenti.

C'è un episodio in particolare che ha preso il sopravvento nella narrazione: mescolò cattiveria agonistica e adrenalina e andò in campo come una bomba pronta a esplodere. Lo fece nel 2006, in occasione del big match tra il Manchester United e il Chelsea. "Sapevamo che in caso di vittoria avrebbero ipotecato il campionato – ha aggiunto Rooney -. Allora decisi di sostituire i tacchetti dei miei scarpini: tolsi quelli in plastica e utilizzai quelli metallici più lunghi. Erano leciti solo che li volli perché avevo in mente di giocare più duro contro gli avversari".

Ne sa qualcosa John Terry che da uno scontro di gioco contro di lui uscì malconcio, in stampelle, festeggiando la conquista del titolo su un gamba sola. "Gli lasciai un buco nel piede e qualche settimana dopo gli chiesi di rendermi il tacchetto…". La Football Association gli ha chiesto chiarimenti, lui pagò quell'irruenza facendo del male a se stesso: il suo match finì con tre ossa del metatarso del suo piede rotte. "I miei tacchetti anteriori si sono incastrati nel terreno e il mio piede si è piegato in avanti", il dolore fu fortissimo e quell'infortunio quasi gli precluse i Mondiali. Fece di tutto per andarci e ci riuscì, a costo di imbottirsi di farmaci. "Usavo antidolorifici ma non sono mai stato pronto veramente". Sempre in bilico, fino stordirsi.

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