Al Milan saltano i nervi, il finale del derby con l’Inter diventa una baruffa: cosa è successo
Il Milan perde tutto nel derby con l'Inter: il match, la faccia (perché non basta un finale d'assalto a cancellare una prestazione per nulla indiavolata) e la testa. Nel finale accade di tutto, la tensione è alle stelle. Il recupero è da sangue e arena: Theo Hernandez e Dumfries se ne dicono (e se ne danno) di santa ragione: arriva il rosso che li manda sotto la doccia.
È il 93°, si gioca ancora un morso di gara. Quel tanto che basta perché si accenda un'altra capannello che diventa mischia furibonda, gazzarra. Minuto numero 97, il direttore di gara ha già il fischietto in bocca: ha concesso si batta l'ultimo calcio d'angolo. I rossoneri sono lì, a fare mucchio davanti a Sommer, a farsi largo in tuti i modi per trovare la ‘spizzata' (come si dice in gergo) oppure la più classica delle giocate sporche per buttarla dentro. Ma la situazione precipita.
Sulla linea di porta Frattesi tiene il fiato sul collo di Calabria che s'è spinto a ridosso della porta. C'è anche Maignan che ha lasciato i pali per tuffarsi in quella tonnara dve c'è il portiere svizzero che recita la parte del rais. La miccia fa esplodere la bomba di nervi quando il capitano del Milan, dà una sbracciata al centrocampista dell'Inter. Sembra quasi una manata in faccia. L'ex Sassuolo cade e ne nasce l'ennesimo parapiglia. Cartellino rosso anche per lui. Finisce male, malissimo. Né lui, né Theo né Tomori (ammonizione fatale perché in diffida) prenderanno parte alla prossima partita contro la Juventus.
A proposito di Tomori, è stato lui rendersi protagonista in un finale da cappa e spada che l'arbitro Colombo ha fatto fatica a gestire: si gioca il fallo tattico per fermare un possibile contropiede dell'Inter. Viene ammonito e si scatena la rissa in campo. La sua rete non ha solo accorciato le distanze ma dato un senso a una porzione di match che non aveva più ragion d'essere perché ormai la squadra di Simone Inzaghi aveva le mani sul 20° scudetto, quella della seconda stella.
Quella marcatura ha dato la scossa a un incontro che era divenuto piatto: da un lato la formazione di Pioli che non è mai riuscita a dare una sterzata al proprio incontro (se non con pochissimi lampi improvvisi) con Leao irritante per come stava in campo; dall'altra quella nerazzurra che ha iniziato il conto alla rovescia anzitempo, a partire dalla rete del raddoppio di Thuram che di fatto ha calato la saracinesca sulla sfida.