Nel Chelsea salta un’altra testa: si era opposto alla cessione di Lukaku all’Inter
Al Chelsea c'è chi dice no, per dirla alla Vasco Rossi, e poi ne paga le conseguenze. Il club londinese è reduce da un periodo turbolento culminato in una vera e propria rivoluzione dirigenziale figlia del cambio di proprietà e dell'addio di Roman Abramovich che ha ceduto le redini a Todd Boehly, attuale comproprietario del club. In questo scenario movimentato e confusionario, si è inserito anche l'affare Lukaku che a sua volta ha creato una vera e propria scissione interna. C'è stato infatti chi si è dimostrato sin dall'inizio contrario al suo addio, e di conseguenza al ritorno all'Inter. Dopo che l'operazione di mercato si è concretizzata, inevitabilmente le strade della nuova proprietà e dei "dissidenti" si sono separate.
Di chi stiamo parlando? Non di una figura come tutte le altre ma di una personalità di spicco all'interno del Chelsea, ovvero l'ex portiere Petr Cech. Quest'ultimo dopo aver appeso i guantoni al chiodo ha intrapreso una nuova vita da dirigente, diventando il consulente tecnico e delle prestazioni della società londinese. Le sue mansioni sono state importanti anche in chiave mercato, dove si è rivelato di grande supporto per l'ormai ex braccio destro di Abramovich Marina Granovskaia, la donna più potente del calcio, facendo da collante tra lei e il manager Thomas Tuchel. Non è un caso che Cech sia stato decisivo in alcune trattative, come quelle legate all'arrivo del portiere Mendy, e anche all'acquisizione di Romelu Lukaku.
Proprio il belga però è stato il pomo della discordia negli ultimi tempi, dopo l'addio della Granovskaia con Boehly a ricoprire il ruolo "ad interim" anche di direttore sportivo e uomo-mercato. È stato proprio lui ad accelerare i tempi per la cessione di Lukaku, un anno dopo l'esborso record di 97.5 milioni di sterline, con la formula del prestito da circa 8 milioni di euro con alcuni bonus legati ai risultati. Un'operazione che ha fatto arrabbiare i tifosi, che avrebbero voluto una cessione più vantaggiosa dal punto di vista economico. Il neo patron però non vedeva l'ora di chiudere per la partenza di un calciatore, che ormai aveva dimostrato in tutti i modi di avere la testa altrove, anche per concentrarsi sulle operazioni in entrata.
Un punto di vista diametralmente opposto, come sottolineato dal The Telegraph, a quella di Petr Cech. L'ex portiere è stato uno dei principali sponsor del belga, e aveva ribadito a più riprese la necessità di tenere Lukaku per almeno un'altra stagione. Una posizione chiarita anche in un'intervista rilasciata poco prima della partenza del bomber: "Personalmente credo che farà una grande stagione. La scorsa stagione abbiamo visto quanto può essere forte all'inizio quando è arrivato. Ma sfortunatamente, l'infortunio a lungo termine che ha subito nella partita contro l'Aston Villa ha rallentato tutto e poi ha avuto anche il Covid. Abbiamo visto verso la fine della stagione, quando era in forma e pronto per ripartire, quanto è forte. Ho piena fiducia che si riprenderà e farà una stagione forte".
E invece ecco l'addio prima di Lukaku e poi inevitabilmente anche di Cech, ufficializzato nelle scorse ore con un comunicato. Nello stesso solo parole di circostanza e di fiducia nei confronti del nuovo corso, nonostante la divergenza sul destino del centravanti: "È stato un grande privilegio interpretare questo ruolo al Chelsea negli ultimi tre anni. Con il club sotto una nuova proprietà, sento che ora è il momento giusto per farmi da parte. Sono lieto che il club sia ora in una posizione eccellente con i nuovi proprietari e sono fiducioso del suo futuro successo sia dentro che fuori dal campo".