Ai tifosi in Qatar è vietato entrare allo stadio con simboli arcobaleno: controlli rigidi
I Mondiali in Qatar si stanno giocando su due fronti: in campo e fuori. Dal punto di vista politico sono state tante le polemiche per via dell'imposizione da parte della FIFA di negare ai capitani delle varie Nazionali di scendere in campo con la fascia arcobaleno ‘One Love' in sostengo ai diritti della comunità LGBTQIA+. Con un comunicato congiunto da parte di Inghilterra, Germania, Galles, Belgio, Danimarca, Olanda e Svizzera le suddette nazionali sono state costrette a fare un passo indietro comunicando in una nota la loro decisione di dover rinunciare a indossare quella fascia. Motivo?
La "minaccia" di un'ammonizione per i giocatori che l'avrebbero indossata. Una presa di posizione importante e netta da parte della FIFA che vuole evitare incidenti diplomatici in un Paese come il Qatar in cui l'omosessualità è illegale. E per questo motivo, a quanto pare, nessun'altra dimostrazione di questo genere può essere manifestata in Qatar: all'esterno e all'interno dello stadio. A una donna è stato impedito di entrare allo stadio se avesse continuato a indossare un cappello con i colori dell'arcobaleno, mentre ancora più difficile è stata la vicenda che ha vissuto un giornalista americano, Grant Wahl, prima del match tra USA e Galles.
A quest'ultimo è stato negato l'accesso allo stadio per una maglietta arcobaleno. Wahl ha raccontato la sua storia sul suo sito web dicendo di essere stato trattenuto per 25 minuti dalle forze di sicurezza che gli chiedevano di cambiarsi la maglietta, cosa che secondo loro era ‘non consentita' a causa di ragioni politiche. Secondo il suo racconto, anche un giornalista del New York Times a cui aveva confidato la sua situazione, è stato trattenuto dalle guardie di sicurezza per lunghi minuti. Nelle immagini che seguono, all'interno dei video pubblicati sui social, vengono inquadrate alcune persone che indossano i cappelli arcobaleno invitati dalle forze dell'ordine a toglierli per poter poi entrare allo stadio. La disputa tra le parti va avanti per diverso tempo ma la Polizia resta sulla sua posizione negando l'ingresso a coloro i quali avessero deciso di voler entrare allo stadio col cappello arcobaleno.
Nel caso del giornalista invece, le forze dell'ordine si sarebbero invece scusate per l'inconveniente e un membro del servizio di sicurezza avrebbe poi giustificato questo trattamento per proteggerlo dai tifosi all'interno dello stadio che potrebbero rimproverarlo a causa della sua maglietta controversa. Il giornalista racconta di aver ricevuto anche delle scuse dalla FIFA in seguito. Una prova chiara di come l'organo mondiale del calcio abbia voluto evitare qualsiasi tipo di problema in questi Mondiali cercando di venire incontro alle leggi del Qatar senza rischiare ulteriori scontri politici dopo i tanti che si sono già verificati per via dei diritti umani violati in questi anni durante la costruzione degli stadi e le tante persone morte per poterli realizzare.