“Ai miei occhi Andrea Agnelli non esiste più”: Ceferin cancella il presidente della Juventus
Va avanti il conto alla rovescia in attesa che l'UEFA si pronunci sul procedimento disciplinare aperto nei confronti di Juventus, Real Madrid e Barcellona, le sole tre squadre a non avere fatto passi indietro rispetto al progetto della Superlega: la sentenza dovrebbe arrivare a giorni e tutto lascia presupporre che si vada verso una pena molto pesante, ovvero l'esclusione per uno o due anni dalle coppe europee. Sentenza appellabile al TAS, ma intanto i tre club in questione sarebbero estromessi dalla Champions League.
Ieri Andrea Agnelli, a margine della conferenza di commiato a Fabio Paratici, aveva ribadito la volontà della Juve di andare avanti per la sua strada, senza passi formali di rinuncia ad alcunché: "Una cosa resta certa, Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una completa riforma. Da anni ho provato a scardinare certi sistemi dall'interno, invano. Quando abbiamo varato la Superlega non si è trattato di un colpo di Stato, bensì di un disperato grido di allarme e di aiuto".
Ma l'aria che tira nelle stanze dell'UEFA non autorizza ad ipotizzare mani tese versi i ‘ribelli', a differenza di quanto accaduto con le 9 società, incluse Milan ed Inter, che hanno ufficialmente rinunciato al progetto. In particolare la posizione della Juventus è resa ancora più difficile dalla questione puramente personale tra il suo presidente Agnelli e il numero uno dell'UEFA Alexander Ceferin.
Quest'ultimo, in un'intervista al mensile francese ‘So Foot', ci va giù durissimo col suo ex amico fraterno, della cui ultima figlia è padrino di battesimo: "In questo caso i protagonisti possono essere classificati in tre categorie. Nella prima ho messo Andrea Agnelli. Lì è personale. Ai miei occhi quest'uomo non esiste più. Pensavo fossimo amici, ma mi ha mentito in faccia fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno, assicurandomi che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi, mentre il giorno prima aveva già firmato tutti i documenti necessari per il lancio della Superlega. Nella seconda categoria ho messo un gruppo di dirigenti che sentivo abbastanza vicini a me e che mi dispiace non mi abbiano detto in anticipo cosa avevano intenzione di fare. Infine nell'ultima categoria ci sono i manager con i quali non ho avuto contatti privilegiati. Non li biasimo, ma anche loro dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni".
Ceferin spiega quale sarebbe stato l'approdo ultimo del progetto Superlega, in base alle informazioni in suo possesso: "Attraverso questa competizione tutti questi dirigenti hanno visto un modo per garantire alle loro rispettive parrocchie un posto immutabile ai vertici del calcio europeo. So per certo che la loro prima idea è stata quella di smettere di partecipare alle competizioni UEFA, pur rimanendo nei rispettivi campionati nazionali. Ma lo avrebbero fatto con una squadra B, visto che avrebbero giocato la loro competizione europea con la squadra A. Poi l'idea era di uscire dai campionati nazionali come secondo passo, per giocare solo partite europee ogni fine settimana".
Possibile che davvero il presidente dell'UEFA non abbia potuto fare nulla per prevenire quanto stava per accadere? "Onestamente non sapevamo esattamente cosa stesse succedendo – risponde Ceferin – Di tanto in tanto abbiamo ricevuto minacce di scissione, documenti sull'argomento sono trapelati… Ma non l'abbiamo preso molto sul serio. Andrea Agnelli, allora presidente dell'ECA, faceva parte del nostro comitato esecutivo e ci assicurava continuamente che non c'era davvero nulla di cui preoccuparsi. Tanto più che da parte nostra avevamo organizzato diversi incontri con i club per presentare loro la nuova riforma della Champions League, riforma votata dai 12 club ribelli. Salvo che il giorno dopo hanno svelato il loro fantomatico progetto. Se ho sospettato qualcosa? Potresti avere dei sospetti, ma quando le persone nel tuo ufficio operativo ti giurano: ‘No, no, sono tutte stronzate', difficile non credergli…".
E si torna sempre ad Andrea Agnelli, l'uomo che per Ceferin "non esiste più". Lo sloveno adesso si sente forte e non lo nasconde: "L'UEFA in questo momento è una nave bella e potente. Siamo stati attaccati da un sottomarino poche settimane fa, ma alla fine siamo stati noi ad affondare il sottomarino". Adesso c'è da capire come finirà la guerra: tempo pochi giorni e lo sapremo.