Agnelli traccia la rotta del dopo Ronaldo: “La Juventus è un corpo unico e viene prima di tutti”
Dal minuto di raccoglimento iniziale per l'indimenticato Giampiero Boniperti, alla richiesta dell'applauso virtuale per Cristiano Ronaldo al quale però ha indirettamente ricordato che la Juventus viene prima di tutto. Andrea Agnelli nell'assemblea degli azionisti del club, oltre a fare il punto sui conti e rilanciare il progetto Superlega, ha anche parlato dell'ultimo grande campione che ha indossato la casacca della Vecchia Signora, giustificando l'investimento effettuato per portarlo a Torino. Il numero uno della Juventus ha spiegato che dopo anni di grande crescita nel fatturato ("Nel ciclo 2014-2018 il nostro fatturato è stato costantemente sopra i 400 milioni"), era arrivato il momento di "pensare in grande" per provare a sfruttare le previsioni di crescita enorme.
Agnelli nell'assemblea degli azionisti della Juventus ha giustificato il colpo Ronaldo
Ecco allora il supercolpo Cristiano Ronaldo considerato uno degli investimenti, con "aspettative di ritorni successivi". Purtroppo però poi a tagliare le gambe alla Juventus è arrivato il Covid che ha colpito tutti. Se l'impatto in campo del campione portoghese è stato comunque all'altezza della situazione, quello sulle casse è stato pesantissimo. A tal proposito il presidente bianconero ha chiuso l'argomento CR7 così: "Avere avuto il più forte giocatore al mondo, Cristiano, è stato un onore, un piacere. L’unico rimpianto è averlo avuto per un anno e mezzo senza pubblico allo stadio. Ma è la maglia della Juventus che richiede responsabilità, non i compagni di squadra o di lavoro. La Juventus è più grande di chiunque abbia avuto l’onore di incrociare il suo percorso dal 1897 ad oggi; dobbiamo ricordare i valori della Juve e di Torino: lavoro, sacrificio, disciplina, abnegazione, che sono quelli che ispirano tutti coloro che lavorano qui".
La fiducia di Agnelli nella squadra e in Allegri, dopo il flop di inizio stagione
Quello che è certo è che la Juventus dopo l'addio di Cristiano Ronaldo, particolare per le tempistiche, ha incontrato non poche difficoltà in avvio di stagione. Difficoltà che sono riaffiorate poi nel tracollo dell'ultima giornata contro il Sassuolo. Dopo le critiche feroci delle ultime ore, Agnelli ha voluto ribadire la necessità di restare compatti, sottolineando la fiducia anche in Allegri e nei calciatori: "Dobbiamo lavorare come un corpo unico, sapendo che la squadra e il gruppo vengono prima di tutto. Siamo tutti utili, nessuno è indispensabile. I risultati della Prima Squadra maschile sono stati incredibili ma nessuno si aspetta gratitudine e appagamento, perché siamo juventini. Penso però che sia importante avere fiducia nella dirigenza e nella guida tecnica della squadra. Dobbiamo amare la Juventus, lottare per lei, essere pronti a soffrire e avere sempre l’obiettivo di vincere".
Agnelli i conti della Juventus e i programmi futuri
Spostando il discorso dal campo alle stanze dei bottoni, Agnelli ha sottolineato che l'impatto degli effetti della crisi Covid è stato di 320 milioni, e si riverberanno anche sull'annata in corso. Nonostante tutto, per la dirigenza bianconera il piano proposto nel 2019 viene considerato ancora "credibile" e con le carte in regola per ripartire anche grazie all'aumento di capitale proposto agli azionisti. Strettamente legato a questo discorso c'è quello sulla necessità di migliorare anche il sistema calcio, con il presidente della Juventus che ha rilanciato il progetto Superlega.
Agnelli rilancia la Superlega e attacca l'Uefa
Per Agnelli il sistema attuale non tutela gli investitori e a pagare dazio, sono tutti anche le squadre medio-piccole. Il patron a tal proposito ha sottolineato anche la crisi del mercato dei trasferimenti, passato dai 6.5 miliardi di euro per le società europee nel 2019, ai 3 del 2021. Un ridimensionamento che inevitabilmente comporta una riflessione. Per questo il presidente della Juventus continua a lottare: "Non mi voglio arrendere e non mi arrenderò: il sistema ha bisogno di un cambiamento e la Juventus ne vuole essere parte, ed è un cambiamento che necessita dialogo da parte di tutti. La nascita della Superlega è stata la constatazione, da parte non di 3 ma di 12 club, del fatto che l’impalcatura su cui si regge il calcio rifiuta ogni cambiamento, per mantenere una classe politica che non rischia, non compete, ma vuole decidere e incassare".
Per questo il presidente bianconero ha voluto lanciare un ulteriore appello, riservando una stoccata all'Uefa che intralcia a suo dire ogni tentativo di riforma delle competizioni: "Ho collaborato lealmente per cambiare un sistema che non tutela gli investitori e non rispetta la meritocrazia sportiva. Basti pensare che tante squadre campioni delle loro Nazioni non partecipano alla Champions League. Trovo incredibile che ogni tentativo di riformare l’industria del calcio venga sempre accantonato, perché gli interlocutori e gli attori sono disomogenei fra di loro. La governance attuale non permette a nessuno di assumere una leadership".