Agnelli riunisce tutta la Juve per rasserenare i dipendenti, c’è anche Allegri: discorso accorato

Resistere alla bufera, affrontarla a ranghi compatti e uscirne. La Juventus vive uno dei momenti più difficili della sua storia, sia a livello sportivo sia giudiziario. L'eliminazione dalla Champions League è un brutto colpo, in Serie A le ‘lepri' scudetto almeno per ora viaggiano a ritmi insostenibili, l'inchiesta della Procura di Torino su plusvalenze e presunti falsi in bilancio, il mistero della ‘carta Ronaldo' (che secondo gli inquirenti sarebbe prova tangibile) e la questione stipendi contabilizzati nel periodo più difficile della pandemia scuotono i vertici dei bianconeri. Le voci su una richiesta d'arresto (respinta dal Gip) nei confronti del presidente, Andrea Agnelli, hanno alzato il livello della tensione.
Serve fare quadrato e serrare i ranghi. E c'è un solo modo per farlo, parlare con chiarezza e spiegare con altrettanta lucidità al ‘mondo Juve' cosa sta accadendo. È anche per questa ragione che il numero uno ha convocato i dipendenti nelle sale dell'Allianz Stadium così da fornire dettagli sulla situazione.
Non era solo. All'incontro hanno partecipato anche l'allenatore, Massimiliano Allegri, l'intero staff tecnico, i dirigenti della prima squadra e del settore giovanile. Chiaro il segnale: compattare l'ambiente facendo leva sulla consapevolezza di aver agito in maniera regolare (come già ribadito in un precedente comunicato), senza alcuna ombra anche rispetto a quanto emerso nelle ultime ore con le intercettazioni e la chat su WhatsApp dei calciatori.

"Tutti uniti. La società è convinta di avere sempre agito nel rispetto delle norme e delle leggi che regolano le materie finanziarie, come nella prassi dell’industria del calcio", è il messaggio raccontato da Sky che Agnelli ha trasmesso lasciando che a fornire delucidazioni legali e sulla strategia difensiva fossero gli avvocati della società.
Prisma è il nome dato all'inchiesta. La chiusura delle indagini preliminari ha acceso i riflettori su ipotesi di reato che annoverano falso in bilancio, false comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, fatturazione per operazioni inesistenti. Le persone iscritte nel registro degli indagati sono 16, compresa la Juventus come società, tra cui lo stesso Agnelli, i membri del CdA e i massimi dirigenti del club.
Cosa rischia la società a livello sportivo? Allo stato dei fatti nulla anche perché nello scorso mese di aprile il Tribunale Federale Nazionale prosciolse "tutte le società, i dirigenti e gli amministratori dei club – si legge nella nota di allora – che erano stati deferiti dalla Procura Federale per avere contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili".