Agnelli ricorda a Ceferin la promessa fatta davanti a Dio: “Si dovrà prendere cura di mia figlia”
La storia della naufragata Superlega, progetto durato una sola notte a cavallo tra il 18 e il 19 aprile 2021 ed attualmente tenuto in vita solo dall'iniziativa di tre club (Juventus, Real Madrid e Barcellona) che attendono la pronuncia dell'Unione Europea sull'asserito monopolio dell'UEFA per sapere se il progetto andrà cancellato per sempre, si è fin dall'inizio intrecciata con una vicenda intimamente privata: l'amicizia fraterna, poi diventata tradimento e gelo, tra Andrea Agnelli e Aleksander Ceferin.
I due dirigenti sportivi, rispettivamente all'epoca presidente della Juventus (ma anche dell'ECA, l'associazione dei club europei) e numero uno dell'UEFA, formavano un asse solidissimo sia sul piano della politica sportiva che su quello umano. Il ‘colpo di mano' provato quella notte dai club promotori della Superlega arrivò come una doppia doccia fredda per Ceferin, che mai si sarebbe aspettato di ricevere un attacco così deflagrante da una persona che considerava molto vicina a sé.
Come il 55enne sloveno abbia classificato il livello di tradimento di Agnelli lo spiegarono bene le sue parole pronunciate nel giugno 2021, quando il clima di battaglia era ancora rovente: "Con Andrea Agnelli la questione è personale. Ai miei occhi quest'uomo non esiste più. Pensavo fossimo amici, ma mi ha mentito in faccia fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno, assicurandomi che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi, mentre il giorno prima aveva già firmato tutti i documenti necessari per il lancio della Superlega".
Parole durissime cui l'ex presidente della Juventus, dimissionario lo scorso novembre, aveva replicato facendo spallucce: per lui "it's only business", niente di personale. Un'opinione ribadita anche nell'intervista al quotidiano olandese De Telegraaf in cui ha riaffermato la necessità della Superlega: "Non ho alcun problema con Ceferin. Se mi chiama rispondo. Con me l'amicizia e i sentimenti personali non si intromettono negli affari".
Quindi quello che il capo dell'UEFA ha vissuto come il padre di tutti i tradimenti e gesti spregevoli, per Agnelli è qualcosa di puramente attinente alla sfera del lavoro e degli affari che nulla avrebbe dovuto toccare dell'amicizia con Ceferin. Al punto che tuttora ricorda allo sloveno un obbligo assunto in maniera solenne nei suoi confronti, anzi più precisamente della sua ultima figlia Vera Nil, di cui nel 2018 il suo vecchio compare era stato padrino di battesimo: "Aleksander è il padrino di una delle mie figlie, ne sono felice. È stata la scelta fatta in quel momento. Lui ha fatto una promessa a Dio: se mi succede qualcosa, si prenderà cura di lei. Una promessa del genere non si può restituire o ritirare".
Così come anche la Superlega non si può ritirare, secondo l'opinione di Agnelli: ed infatti la società A22 che sostiene il progetto (ed alla quale l'ex presidente della Juve è molto vicino) sta andando avanti tessendo la sua tela in attesa del verdetto dell'UE.