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Agnelli e De Laurentiis inibiti: cosa non potranno più fare in caso di conferma della pena

Cosa (non) potranno più fare i dirigenti per tutto il periodo indicato nel verdetto? Regolamento alla mano, la sanzione della inibizione temporanea piazza una serie di paletti.
A cura di Maurizio De Santis
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La Procura federale ha chiesto l'inibizione dei presidenti di Napoli (Aurelio De Laurentiis) e Juventus (Andrea Agnelli) nell'ambito del processo sulle plusvalenze.
La Procura federale ha chiesto l'inibizione dei presidenti di Napoli (Aurelio De Laurentiis) e Juventus (Andrea Agnelli) nell'ambito del processo sulle plusvalenze.
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Un anno di inibizione per il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Undici mesi per il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Tra le sanzioni richieste dalla Procura Federale per il processo sulle plusvalenze le più severe colpiscono i vertici dirigenziali dei due club che – assieme ad altri 11 coinvolti in vario modo in base al comma 1 dell'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva – hanno gonfiato i valori di mercato dei calciatori per chiudere trattative e accomodare i bilanci con artifici contabili.

Nel corredo accessorio di provvedimenti richiesti rientrano anche le ammende salate inflitte alle società, che temevano possibili penalizzazioni o addirittura retrocessioni d'ufficio. Quest'ultimo era il caso indicato dal comma 2 dell'articolo 31 con riferimento al ricorso di "attività illecite o elusive" messe in atto per riuscire a ottenere l'iscrizione al campionato (scenario inizialmente previsto per Pisa e Parma punite solo con una pena pecuniaria).

L'ultima parola spetta al Tribunale che con la sentenza può confermare o aggravare le sanzioni nei confronti dei soggetti coinvolti. Qualora le richieste della Procura fossero accolte, cosa comporterebbe l'inibizione per i dirigenti? A regolare la materia è l'articolo 9 del Codice di Giustizia Sportiva che cita le sanzioni a carico di dirigenti, soci e tesserati delle società: "i dirigenti, i tesserati delle società, i soci e non soci che si rendono responsabili della violazione dello Statuto, del Codice, delle norme federali e di ogni altra disposizione loro applicabile, anche se non più tesserati, sono punibili, in base alla natura e alla gravità dei fatti commessi, con l’inibizione temporanea a svolgere attività in ambito FIGC, con eventuale richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA, a ricoprire cariche federali e a rappresentare le società in ambito federale, indipendentemente dall’eventuale rapporto di lavoro".

Cosa (non) potranno più fare per tutto il periodo indicato nel verdetto? Regolamento alla mano, la sanzione della inibizione temporanea piazza una serie di paletti:

  • il divieto di rappresentare la società di appartenenza in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo nazionale e internazionale
  • il divieto di partecipare a qualsiasi attività degli organi federali
  • il divieto di accesso agli spogliatoi e ai locali annessi, in occasione di manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della FIGC con eventuale richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA
  • il divieto di partecipare a riunioni con tesserati o con agenti sportivi

In buona sostanza, in caso di interdizione temporanea, non potranno svolgere il loro ruolo in qualsiasi consesso ufficiale: sarà loro vietato l'accesso al terreno di gioco, agli spogliatoi e a qualsiasi altro locale annesso in occasione di tutte le partite, amichevoli comprese. Le limitazioni all'esercizio dell'incarico riguardano anche tutte le attività che attengono alla sfera manageriale e amministrativa. Quali? Dalle trattative di calciomercato e ad altre transazioni (come rinnovo dei contratti o sottoscrizione di ulteriori intese) fino all'impossibilità di rappresentare la società nelle assemblee della Lega di Serie A.

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