Adani, ‘sciabolata morbida’ ad Allegri: “In due anni avrà trovato idee nuove”
Daniele ‘Lele' Adani si definisce "opinionista in missione". Elogia Roberto Mancini (che aveva pensato a lui nel suo staff) ne mette in controluce il lavoro svolto in Nazionale rispetto a Massimiliano Allegri. E toglie il sassolino dalla scarpa con l'ennesima stoccata al neo allenatore della Juventus. L'ex calciatore – oggi tra i protagonisti della Bobo TV con Vieri, Ventola e Cassano – non farà più parte della squadra di Sky, né andrà a Dazn ma continuerà a raccontare il calcio in diretta alla sua maniera, provando a leggere l'evoluzione di un gioco a corredo dell'eterno dilemma tra pragmatismo del risultato ed estetica delle idee applicate alla tattica. Perché, ha più volte sottolineato, si può essere anche belli e vincenti.
Adani non dice ancora dove ma conferma che esprimerà le sue opinioni nel solco della "passione che non si è mai spenta – dice al Corriere della Sera – nonostante certe prese di posizione nei miei confronti". Il battage mediatico si scatenò, nel bene e nel male, dopo il battibecco con l'allenatore livornese. Fu un confronto molto acceso, uno scontro tra due interpretazioni del calcio agli antipodi: lo scambio di idee diventò lite poi alterco con toni eccessivi da una parte e dall'altra.
Adani non affonda subito il colpo ma qualcosa dice, si lascia sfuggire. Ironia della sorte lui non ci sarà su Sky mentre Allegri ci tornerà da ospite di una squadra che lo ha richiamato dopo un biennio tremendo tra Sarri e Pirlo, al termine del quale ha rischiato perfino di mancare la qualificazione in Champions. "Max torna in un posto che conosce bene – ha aggiunto -, riprende in mano quel progetto che lui stesso ha fatto crescere. Ha esperienza, sa scegliere i calciatori, è un tecnico scaltro e sono certo che in questi due anni avrà incamerato nuove idee".
Idee nuove. Eccola la ‘sciabolata morbida' di Adani ad Allegri. Nessuna voglia di riaccendere vecchie polemiche né cercare il duello a tutti i costi. Del resto è lo stesso opinionista a spiegare qual è l'interpretazione del suo ruolo. E si lascia andare parlando del passato, spiegando perché quella volta arrivò ai ferri corti con l'attuale allenatore della Juve. Nulla di personale ma "l'opinione deve essere forte, chiara, deve interessare, come quella volta con Max. Non possiamo giocare in ogni caso per lo zero a zero. Guardiola da sempre poi Flick, Tuchel e Mancini con l'Italia agli Europei lo hanno dimostrato alla prova dei fatti si vince e si conquista la gente attaccando, imponendosi con coraggio, credendo nel talento".