Adani replica a chi dice che da giocatore era scarso, per lui basta una data: “Il 15 novembre 2000”
Daniele Adani ha avuto una lunga carriera da calciatore, imponendosi a 18 anni nel Modena – nella sua Emilia – per poi approdare al Brescia e di lì Fiorentina, Inter, ancora Brescia, e poi gli ultimi anni con Ascoli, Empoli e infine la Sammartinese, la squadra del suo paese, dove ha chiuso nel 2011 a 37 anni tra i dilettanti. Oggi, che di anni ne sta per compiere 48 il prossimo 10 luglio, Adani è uno dei più popolari opinionisti calcistici. Approdato in Rai dopo il benservito datogli da Sky – non senza polemiche – nella scorsa estate, ha trovato il suo pulpito ideale nella Bobo TV dell'amico Vieri, assieme ai compagni di avventura Cassano e Ventola.
Adani ha opinioni forti e nette, e non è raro che sui social vada allo scontro con chi gliele contesta. Spesso i suoi detrattori fanno notare che lui pontifica su allenatori e giocatori con una supponenza non giustificata dalla sua carriera di calciatore, un rilievo cui l'ex difensore emiliano risponde una volta per tutte con orgoglio dal teatro di Civitanova Marche dove la compagnia si è spostata nel Bobo TV Show. Il punto di partenza è la considerazione che sul palco viene fatta a proposito dell'epoca in cui lui ha giocato: "Sei vissuto in un periodo di grandissimi difensori, adesso probabilmente saresti titolare inamovibile. E comunque sei riuscito a giocare in Nazionale. Hai un po' di rimpianto? Vedendo oggi, se fossi nato 20 anni dopo…".
"No e ti spiego il perché – risponde Adani – Ma io sono partito da un paese di 5000 persone, giocavamo col mio migliore amico che avevamo i due cancelli in orizzontale, quindi era un campo non simmetrico. Si partiva da lì e si sperava che ti chiamasse la Sammartinese per poter indossare quella maglia neroverde. Cioè, capisci che allora tu sei sempre in mezzo alla fila. Ma ti voglio dire questo: sai quanti calciatori hanno giocato in Nazionale italiana? Questo sai a chi lo dico? Ai tuoi colleghi o qualcheduno che dice ‘come calciatore eri mediocre'. Perché invece di dirti ‘sei bravo come commentatore' ti dicono ‘eri scarso come calciatore'. Uno non è che se deve fare un complimento, prima deve tagliare le gambe…".
Adani ricorda a tutti cosa significa arrivare a vestire la maglia azzurra, un traguardo per pochissimi: "Scusami un secondo, non arriviamo a 900 nella storia della Nazionale italiana, non arriviamo a 900 calciatori che hanno indossato la maglia azzurra. Se non è realizzare un sogno questo, qual è? E rilancio su una cosa. Il Signore mi ha permesso, grazie anche ai sacrifici dei miei genitori, di potere il 15 novembre del 2000 a Torino in un'Italia-Inghilterra 1-0, gol di Gattuso, mi ha permesso di subentrare al 22′ del secondo tempo ad Alessandro Nesta, andando a giocare di fianco a Paolo Maldini. Quindi io sono andato a debuttare nella Nazionale italiana di calcio che ha vinto 4 Mondiali di fianco a Paolo Maldini".
Qualcosa di meraviglioso e al tempo stesso – riconosce Adani – sovradimensionato alle sue possibilità: "Non ero adeguato io, non ero all'altezza, era troppo per me, quando Maldini mi chiamava di salire o di indietreggiare, di marcare o di coprire, è una cosa troppo grande per un ragazzo venuto fuori da un paese in provincia di Reggio Emilia nella Bassa Reggiana, che non aveva così in alto l'asticella dei sogni. Quindi se tu giochi in Nazionale di fianco a Maldini e speri che finisca la partita perché non ti regge l'emozione, cosa devi chiedere di più dalla vita? Anzi, io sono qui per restituire quello che mi ha dato la vita…".