Adani non si trattiene, sfogo in diretta mentre parla di Messi: ce l’ha con qualcuno
"E noi dobbiamo stare a contenerci per chi?". Lionel Messi dà il meglio di sé anche contro la Croazia. A chi lo accusa di camminare, rispetto ai compagni che devono cantare e portare la croce, tappa la bocca vestendo i panni dell'uomo ovunque nella semifinale in cui giganteggia dall'alto della sua classe e – più ancora – della capacità di essere un trascinatore.
Daniele Adani, che racconta assieme al telecronista Rai Stefano Bizzotto l'evoluzione e gli aspetti tecnici del match, prende spunto proprio dalla prestazione della Pulce per sottolinearne (ancora una volta) la grandezza e togliere un sassolino dalla scarpa. Lo prende lo scaglia contro chi nei giorni scorsi lo aveva criticato per il modo di celebrare le imprese di una squadra e di un campione fuori dagli schemi, troppo ad alta voce, con una passione smodata da tifoso accanito che stride con l'aplomb e il tono pacato del giornalista seduto accanto a lui. Quello che fa Messi in campo gli dà forza (e ragione) e lo dice senza timori reverenziali.
Non è solo questione di freddezza nel realizzare il calcio di rigore del vantaggio ma di spirito divino che prende il suo talento e lo trasforma in una forza della natura. E il pensiero dei tifosi della Seleccion va subito a D1os, alla profezia dell'ex Pibe che addirittura risale al 1986 (anno della vittoria mondiale nel segno di Maradona).
Messi è incontenibile, dirompente, fatale, inarrestabile, devastante. Ha l'argento vivo addosso. È in una condizione fisica e mentale perfetto: "Non lo prendono! Non lo prendono!", urla Adani. Sta assistendo a un miracolo e ne parla con solennità.
Il ‘dieci' dell'Argentina sa che è il momento, non vuole lasciarlo sfuggire. È il suo palcoscenico e adesso che anche Cristiano Ronaldo e il Brasile non ci sono più è pronto a dare tutto. Ora o mai più. Niente risce a fermarlo. "Messi ancora, gioca in tutte le posizioni, incredibile. Guarda che roba – argomenta Adani -… il miglior 10, il miglior 9, il miglior 8 e il miglior 7 in campo. E noi dobbiamo stare a contenerci per chi? Per non ringraziare quello che sta dando questo giocatore a tutti".
Ecco perché ogni suo tocco sprigiona "amore". Adani alza il volume dell'euforia e lascia che sia l'animo più genuino a esprimersi. In diretta tv sottolinea estasiato, con enfasi, l'azione che porta al gol del 3-0 della Seleccion. "Dribbla tutti… anche i cammelli del deserto", si lascia sfuggire descrivendo le qualità mitologiche del calciatore con parole che trasudano venerazione.
Prendete e godetene tutti, ne canta la classe ecumenica. E usa accento che danno un segno di pace "Aprite il cuore e ringraziate che sta giocando ancora per tutti quanti". Quello che ha dinanzi agli occhi ha un potere evocativo fortissimo: "Ti riporta Maradona in un campo di calcio – aggiunge -. Non lo vedono mai! Elargisce amore attraverso una palla di calcio, questo sta facendo Messi. Ridisegna i confini del suo destino, influisce su tutti: compagni, avversari".
Lo spettacolo offerto da Messi entra nel corredo accessorio di un'esperienza che per Adani è stata finora mistica di quel calcio che è religione pagana ("trasforma l’acqua in vino!", disse in occasione degli ottavi con l'Australia), adrenalina che esplode contro il Messico, empatia che buca il video e rimbalza da un capo all'altro del mondo fino a conquistare lo stesso pubblico argentino esaltato dalle telecronache "dell'italiano fantatico", devozione memoria per Diego che – dice a chiusura della gara con la Croazia – "ha guidato l'Argentina da lassù". In un amen l'Argentina è in finale dei Mondiali.