Acerbi racconta l’esperienza shock del tumore: “Non sapevo come reagire, prendetevi cura di voi”
Immaginate la scena. Voi, o un vostro caro, andate dal medico che prende le analisi, le legge con attenzione poi alza lo sguardo e negli occhi gli leggete l'attimo di esitazione proprio di chi ha la faccia di uno che ha capito e sta cercando le parole giuste per dirvelo. Tumore, 3 sillabe, sei lettere sono sufficienti per aprire una voragine sotto i vostri piedi. A Francesco Acerbi è successo: aveva 25 anni quando gli diagnosticarono quel brutto male contro il quale non sai mai come andrà a finire. E oggi, dopo essere guarito, da ambasciatore dell'Airc lancia un messaggio che è una raccomandazione. Non ha bisogno di girarci troppo intorno e sceglie un solo termine: prevenzione e lo associa alla necessità di incrementare la ricerca.
Il difensore dell'Inter, che questa sera sarà protagonista della finale di Supercoppa italiana contro il Napoli, ha affrontato il cancro per due volte. La seconda si è ripresentata sotto forma di recidiva a distanza di qualche mese dalla prima operazione al San Raffaele di Milano. "La prima volta rimasi scioccato, non sapevo come reagire – ha ammesso nell'intervista a Vanity Fair -. Parlare coi medici mi fu molto utile. Avevo molta paura ma la consapevolezza di essere in buone mani mi aiutò a ritrovare fiducia".
Acerbi guarda dietro di sé, pensa a come è stato, a ciò che ha passato. Si sente di dire solo una cosa ma senza eccedere in sensazionalismi. Parla di sé e dà un consiglio sincero, gli viene dal profondo. "Con questo tipo di malattia bisogna essere tempestivi. Quando provi dolore è già troppo tardi. Il mio lavoro mi permette di essere sempre sotto controllo ma, in generale, la prevenzione è fondamentale. Non bisogna aspettare di stare male".
Come si gestisce una situazione di questo tipo? La risposta di Acerbi è la più sensata si possa dare. Anche in questo caso con molto giudizio e grande realismo, senza lasciarsi andare alla retorica della battaglia che s'ingaggia contro una patologia tremenda: "Non c'è un modo specifico per affrontare questa situazione e tutto quel che comporta – ha concluso il calciatore dell'Inter -. La verità è che il cancro fa paura. E per questo non mi stancherò mai di ripetere che bisogna anzitutto prendersi cura di sé stessi. Ma è importante farlo quando sembra che tutto vada bene, prima di stare male. Prima che sia troppo tardi. La prevenzione serve proprio a questo".