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Abusi razzisti anche a Sheffield: la differenza rispetto a Cioffi che dice che è meglio “sorvolare”

Sabato ci sono stati abusi razzisti non solo in Italia durante il match di Serie A tra Udinese e Milan, con i versi di scimmia rivolti a Mike Maignan, ma anche in Inghilterra nel corso della partita tra Sheffield Wednesday e Coventry City. Dopo quest’ultimo episodio c’è stata la condanna totale da parte di tutti, anche del club cui appartengono i tifosi responsabili dell’orribile gesto: dal presidente all’allenatore.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nel durissimo comunicato diffuso dal presidente della FIFA Gianni Infantino, si parla degli "eventi di sabato a Udine e Sheffield" come "assolutamente ripugnanti e del tutto inaccettabili". Già, perché qualche ora prima dei versi di scimmia rivolti dai tifosi dell'Udinese al portiere rossonero Mike Maignan, che hanno portato alla momentanea sospensione della partita, nel pomeriggio di sabato c'era stato un analogo episodio anche in Inghilterra, durante il match di Championship (la seconda divisione) tra Sheffield Wednesday e Coventry City. Oggetto degli abusi razzisti era stato in quella occasione il calciatore del Coventry Kasey Palmer, che appena aveva sentito cosa gli stavano indirizzando alcuni tifosi di casa si era precipitato dall'arbitro per denunciare la cosa con veemenza.

In Inghilterra su questo tema hanno un approccio definibile con una sola espressione: tolleranza zero. E così è avvenuto, nelle dichiarazioni post partita di entrambi i club e dei loro allenatori, al termine del match di Hillsborough vinto 2-1 dal Coventry. Senza quei "ma" che spesso ascoltiamo in Italia nel condannare episodi simili. Il punto di vista dell'Udinese è stato espresso così dal responsabile dell'area tecnica Federico Balzaretti: "Non c'è alcun tipo di posizione particolare. Ci tengo a dire che il club e la città sono un modello di integrazione straordinaria. La famiglia Pozzo e l'Udinese credo siano il club più multietnico in assoluto. Se c'è stata una persona o più persone che hanno fatto qualche gesto o verso sicuramente verranno punite. Nessuno di noi tollera nessun tipo di forma di razzismo, il club in primis. Non sono sicuramente due persone a poter rovinare la nomea di un club e di una città".

Nessuna parola al riguardo invece dall'allenatore friulano Gabriele Cioffi, che si è trincerato dietro il suo essere "gente di sport": "Del caso Maignan ha già parlato Balzaretti, meglio parlare di calcio. Non per sdrammatizzare, ma per sorvolare. Noi gente di sport facciamo così", ha detto il 48enne tecnico dell'Udinese.

La notte ha indotto il club bianconero a prendere una posizione ufficiale più decisa, pubblicando una nota sul proprio sito: "Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio. L'Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l'immediato chiarimento dell'accaduto, con l'obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza".

Diverse erano state le reazioni dopo Sheffield Wednesday-Coventry City, con il club di casa – i cui tifosi si erano macchiati del gesto razzista verso Palmer – a condannare ieri immediatamente l'accaduto, dal suo presidente al proprio allenatore. Tutti evidentemente protesi a proteggere il bene comune: non solo il calcio, ma il convivere civile.

"Sheffield Wednesday e Coventry City sono scioccati e rattristati dal gesto razzista dagli spalti riportato dal giocatore degli Sky Blues Kasey Palmer durante la partita di oggi a Hillsborough – recitava la nota diffusa sui profili social dello Sheffield – Entrambi i club condannano fermamente qualsiasi forma di discriminazione e abuso e sottolineano che non c’è posto per questo tipo di comportamento nel calcio e nella nostra società in generale. Lavoreremo insieme alle autorità competenti e chiunque si rivelerà colpevole dovrà affrontare le sanzioni più severe possibili sia da parte di Sheffield Wednesday che della legge. Siamo al fianco del Coventry City e del mondo del calcio per eliminare questo comportamento ripugnante e del tutto inaccettabile".

Una presa di posizione ulteriormente esplicitata dal presidente dello Sheffield Dejphon Chansiri: "Condanniamo assolutamente gli abusi denunciati oggi da Kasey Palmer e siamo uniti al Coventry City nella nostra chiara posizione secondo cui non c'è posto nel calcio o nella società per un comportamento così spaventoso".

A caldo era stato completamente allineato anche l'allenatore dello Sheffield Wednesday, il tedesco Danny Rohl: "È importante che la società parli ora con l'arbitro e poi rilasci una dichiarazione in modo da poter dire esattamente cosa succede. Questo è importante e lo faremo come club". Detto e fatto nello spazio di pochi minuti dalla fine della partita.

Lo stesso Palmer si è sfogato su Twitter con tutta la sua rabbia per dover ancora parlare di queste cose che davvero non hanno diritto di cittadinanza in una società civile: "Sono deluso anche solo dal dover venire qui e scrivere questo. Il razzismo è una vergogna… non ha posto nel mondo, tanto meno nel calcio. Sono nero e orgoglioso e sto crescendo i miei tre figli affinché siano esattamente lo stesso. Sarò onesto, sembra che le cose non cambieranno mai, non importa quanto ci proviamo. Un paio di tifosi che fanno versi di scimmia non definiscono una base di tifosi: apprezzo tutto l'amore e il supporto che ho ricevuto".

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