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Abolire i colpi di testa nel calcio, in Inghilterra è battaglia: “Preveniamo demenza e Alzheimer”

L’opinione pubblica d’Oltremanica torna ad interrogarsi sul possibile legame tra colpi di testa e malattie neurodegenerative, dopo l’intervento dell’ex capitano inglese Terry Butcher: “Possiamo fare a meno di questo gesto tecnico”. Si moltiplicano le ricerche che rivelano come gli ex calciatori abbiano più probabilità di morire di demenza rispetto alle altre persone. Tra Alzheimer e demenza senile, la rosa dell’Inghilterra Campione del Mondo nel 1966 è stata decimata. Un anno fa sia la Scozia sia la Football Association avevano deciso di vietare i colpi di testa per i ragazzi under 12 e per tutti non permetterne più di 10 in allenamento.
A cura di Andrea Lucia
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Il probabile legame tra colpi di testa e malattie degenerative al cervello continua a preoccupare il mondo del calcio inglese. Dopo l'annuncio della prima storica partita in cui questi non saranno consentiti fuori dall'area di rigore, l'ex capitano dell'Inghilterra Terry Butcher ha chiesto che vengano addirittura vietati in tutte le competizioni perchè si tratta di "qualcosa di cui possiamo fare a meno". Per quanto apparentemente irrealizzabile, perché andrebbe a limitare un fondamentale dello sport più amato al mondo, la proposta rientra nel dibattito che da alcuni anni sta animando l'opinione pubblica calciofila d'Oltremanica.

Ex difensore centrale di Ipswich e Rangers, Butcher si era fatto male in una partita contro la Svezia nel 1989 e ricorda come tutti volevano farlo tornare in campo il prima possibile, senza rendersi conto di quanto poteva essere pericoloso un infortunio alla testa. "Abbiamo visto le immagini di molti calciatori delle generazioni passate che hanno la demenza e l'Alzheimer: questo ti spezza il cuore. La famiglia e gli amici sono quelli che soffrono davvero perché non è una bella cosa da testimoniare", ha detto Butcher.

L'allarme è scattato dopo le morti e i casi di Alzheimer registrati nell'ultimo periodo tra i calciatori della nazionale inglese che si laureò Campione del Mondo nel 1966. Bobby Charlton e Nobby Stiles, colonne insieme al defunto George Best di quel Manchester United campione d'Europa nel 1968, sono stati solo gli ultimi a cui è stata diagnosticata la demenza. Senza dimenticare il dramma del Pallone d'Oro del 1964 Denis Law. Nel 2014, poi, un riesame sul cervello di Jeff Astle, morto nel 2002, ha rivelato che la sua morte è stata causata da micro traumi cranici, una condizione normalmente legata ai pugili.

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Proprio uno studio della Purdue University ha mostrato come l’impatto di un colpo di testa sia equivalente al pugno di un boxer o a un tackle di football americano (altro sport in cui il tema della demenza è particolarmente sentito). Allo stesso modo altre ricerche hanno dimostrato che gli ex calciatori hanno più probabilità di morire di demenza rispetto alla popolazione generale. Un’inchiesta denominata "Tackle Football’s Dementia Scandal" ha rivelato come gli ex calciatori abbiano addirittura probabilità cinque volte maggiori di morire di Alzheimer. Così in Inghilterra è partita una campagna per porre un freno a questa situazione. Si è distinta in particolare l'associazione "Head for Change", con gli studi del dottor Willie Stewart e il suo team all’Università di Glasgow, che avrebbero sottolineato la correlazione diretta tra i colpi di testa nel calcio e le malattie neurodegenerative evidenziando un rischio 3,5 più elevato nei calciatori rispetto alla popolazione in generale.

Avevano sconvolto anche le dichiarazioni di una delle stelle inglese del '66 Geoff Hurst: "Facevamo ore e ore di allenamenti per i colpi di testa. Al West Ham avevamo un pallone appeso al soffitto in palestra, e passavamo 45 minuti ad esercitarci. Serve più attenzione e più consapevolezza". Anche altri si sono esposti. Basti pensare ad Alan Shearer, ex attaccante del Newcastle e della nazionale dei Tre Leoni, che ha collaborato con la Bbc alla produzione di un documentario sulla correlazione tra i colpi di testa nel calcio e le sindromi cerebrali.

Un anno fa sia la Scozia sia la Football Association hanno deciso di vietare i colpi di testa per i ragazzi under 12 e comunicato le nuove linee guida per la stagione 2021-2022: tra le varie nuove regole per i calciatori professionisti emerge quella per cui non saranno permessi più di 10 colpi di testa in allenamento. L'obiettivo? Aprire la strada per una ricerca innovativa su questa problematica e salvaguardare il benessere dei giocatori. La limitazione di questo gesto tecnico sarebbe rivolta in particolare agli allenamenti che prevedono intense esercitazioni con la testa, come ha dichiarato Charlotte Cowie, responsabile medico della Federcalcio inglese.

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