A Rennes tifosi ammassati in curva senza distanziamento (e con poche mascherine) per la Champions
La Francia, in questo momento, è tra le nazioni europee più in difficoltà nel contenimento dei contagi da coronavirus, eppure le autorità locali di Rennes hanno concesso l'accesso allo stadio Roazhon Park a 5mila spettatori in occasione della prima partita di Champions League per la squadra di casa. Per l'incontro con il Krasnodar, dunque, le porte dell'impianto sono state aperte a poche migliaia di fortunati, ma l'organizzazione logistica non ha funzionato per il verso giusto.
I 5mila spettatori sono stati ammassati in pochi settori, tra cui la curva alle spalle di una delle due porte. Risultato? Scene normali da contesto pre-pandemico, un grande assembramento di tifosi, senza alcuna forma di distanziamento e con un utilizzo delle mascherine lontano da quello che tutti dovrebbero rispettare: mal posizionate in alcuni casi, del tutto assenti in altri.
Per la Champions League 2020/2021 la Uefa ha scelto un approccio scalabile da contesto a contesto: ha concesso l'apertura degli stadi fino ad un 30% della capienza totale, a seconda delle disposizioni vigenti in ogni nazione o regione. A Roma per Lazio-Borussia Dortmund erano presenti 1000 spettatori, a Kiev per Dinamo-Juventus si è arrivati a circa 15mila. In Francia Paris Saint-Germain-Manchester United si è giocata a porte chiuse (vista la situazione particolarmente critica nella capitale francese). Le autorità regionali hanno invece concesso la presenza di 5000 spettatori a Rennes, nel rispetto delle norme igieniche e di distanziamento attualmente vigenti in Francia come nel resto d'Europa. Misure che non sono state rispettate, in particolare dopo il gol valso il pareggio ai padroni di casa (1-1 il risultato finale).