20 anni da Olanda-Italia ad Euro 2000: la partita in cui Francesco Totti svelò al mondo il suo genio
"E segna anche Totti! Totti ha rischiato l'impossibile e ha beffato van der Sar con un tiretto. Panenka aveva fatto lo stesso nella finale tra Jugoslavia e Cecoslovacchia". Con queste parole il grande e intramontabile Bruno Pizzul descrisse in presa diretta il cucchiaio di Francesco Totti nella sequenza dei calci di rigore della semifinale degli Europei del 2020 tra l'Italia e l'Olanda. Una partita incredibile e indimenticabile perché fino al triplice fischio non c'è stato uno straccio di certezza su chi potesse avere la meglio. Gli Oranje dominarono in lungo e in largo dopo che gli azzurri rimasero in 10 ma a risultare decisive furono le parate di Francesco Toldo e il carattere di quella selezione che Dino Zoff aveva messo insieme in maniera scrupolosa.
Della gara che si tenne all'Amsterdam Arena tutti ricordano in momenti più importanti, quelli decisivi; ma se facciamo un passo indietro e guardiamo il match con attenzione ci accorgeremo che quella fu la partita in cui Francesco Totti svelò al mondo il suo genio. Senza contare il rigore calciato in quel modo alla fine.
Per quella sfida Zoff tenne il numero 20 azzurro in panca fin all'83', complice anche l'espulsione di Zambrotta che costrinse l'Italia a giocare 87 su 120 in dieci contro undici: Totti entrò al posto di un esausto Stefano Fiore e nei primi due minuti si fece notare per delle entrate non proprio leggere su Frank De Boer e su Cocu prima di un lancio per Delvecchio, che venne contrastato al momento del tiro e van der Sar non ebbe problemi a neutralizzare a raccogliere la sfera.
Qualche problema in più il portiere olandese lo ebbe quando al 99’ Totti con un altro lancio illuminante, che lasciò impietriti tutti in campo e fuori, mandò ancora una volta in porta Delvecchio: van der Sar riuscì a deviare col piede in angolo quello che poteva essere il primo "Golden Goal" nella storia della Nazionale Maggiore. Pochi minuti prima il Pupone aveva fatto arrabbiare Bosvelt per un fallo, che secondo l'olandese non doveva essere sanzionato, dopo averlo superato con un tunnel. Performance finita? Macché. Al 117′ l'allora capitano della Roma riuscì a infilare la porta avversaria con un tiro da centrocampo ma l'arbitro Markus Merk, con cui Totti aveva avuto da ridire sul finire dei tempi regolamentari, fischiò qualcosa di ancora incomprensibile ai più: il fischietto tedesco dovrebbe aver sanzionato una spinta del calciatore azzurro prima del tiro ma non vi è certezza a distanza di vent'anni.
La sera del 29 giugno 2000 l'Europa e il mondo intero ebbero ben chiaro che in Italia si stava affermando un calciatore che avrebbe fatto parlare di sé: il cucchiaio è "il momento" di quella sfida ma quella prestazione fece conoscere a tutti le qualità tecniche di Totti in un ambiente a lui, fino a quel momento, sconosciuto. Pochissimi errori di precisione, intelligenza nella gestione dei momenti, buona fisicità e solite intuizioni a favore dei compagni: un condensato di quel campione che abbiamo imparato a conoscere e che ha stupito tutti con le sue giocate fino a pochi anni fa.