16 avvisi di garanzia alla Juve nell’indagine legata alle plusvalenze: c’è anche Andrea Agnelli
Ancora il tema plusvalenze ritorna argomento caldo nel calcio italiano per voce della Procura di Torino che ha concluso le indagini preliminari e ha comunicato nel tardo pomeriggio di lunedì 24 ottobre alla Juventus il tutto, con una notifica formale. Tutti i componenti del Consiglio d'amministratore bianconero sono stati avvisati nonché i più alti dirigenti, il revisore legale e i componenti del consiglio sindacale. In totale gli indagati sono 16, tra questi c'è anche il presidente Andrea Agnelli
Un atto dovuto, che la Procura piemontese ha reso noto alla Juventus relativamente alle indagini aperte nel 2021 e che riguardano un'istruttoria che è giunta alla sua conclusione e che riguardava le stagioni dal 2018 al 2020 comprese. Il procuratore capo Anna Maria Loreto ha inviato la nota alla società, con i relativi avvisi di garanzia sui capi dell'accusa che denunciano alterazione dei bilanci e operazioni anomale sullo scambio dei diritti alle prestazioni dei giocatori e che avrebbero portato alla presenza di un falso nelle comunicazioni sociali.
Tra i reati che sono tuttora contestati anche il falso nelle comunicazioni rivolte al mercato, in quanto la Juventus è una società quotata regolarmente in Borsa a seguito di "valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie". La Procura piemontese ha fatto anche sapere che eranostati richiesti ulteriori provvedimenti, quali le misure cautelari, nello specifico gli arresti domiciliari, per alcuni degli indagati, poi tutto respinto dal Gip: "Occorre segnalare come questo ufficio abbia, a sua tempo, depositato al Gip richiesta per l’applicazione di misure cautelari personali (per alcuni indagati) e reali" si legge in parte della nota odierna "e che tale richiesta sia stata rigettata in data 12 ottobre 2022, avendo il Giudice ritenuto l’assenza di esigenze cautelari. Avverso l’ordinanza di rigetto è stato depositato appello".
"Un ulteriore intervento, finalizzato ad alterare i risultati di bilancio, è stato individuato nelle cosiddette manovre stipendi" si continua a leggere nella nota della Procura torinese. Tutto ciò sarebbe stato compiuto a fronte di "importanti differenze tra i risultati di bilancio così come approvati e quelli che, nella ricostruzione effettuata da questo Ufficio, avrebbero dovuto essere oggetto di approvazione". Pertanto, la situazione contestata avrebbe portato "all'ulteriore contestazione del delitto di aggiotaggio informativo, essendo Juventus FC società quotata".
Per ciò che riguarda il filone prettamente sportivo del Processo, lo scorso aprile vennero tutti prosciolti gli indagati coinvolti di 11 società sportive, con il Tribunale Federale Nazionale che aveva deciso di non sanzionare Juventus, Napoli e gli altri club coinvolti, respingendo le richieste della Procura della Federcalcio.
Nessuna conseguenza, dunque, per gli 11 club coinvolti nell'indagine che si è conclusa in nulla di fatto, anche per la parte più delicata che riguardava l'articolo 31 (comma 1 e 2) e dall'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva che poteva portare alla violazione delle norme federali in materia gestionale ed economica. Alla fine, non c'è stato tutto ciò così come non è stata accertata alcuna falsificazione dei documenti contabili né attività illecite o elusive.