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Vince il titolo di MVP della finale, lo dà a un avversario: non può accettarlo, perderebbe se stesso

Bellissimo gesto di sportività da parte dell’ex campione NBA Matthew Dellavedova, che dopo aver perso gara 5 delle finali del campionato australiano di basket, è salito sul palco per ricevere il premio di MVP, consegnandolo poi a un avversario che lo meritava più di lui.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lo sport al suo meglio, la vita al suo meglio. Matthew Dellavedova in carriera ne ha viste tante, conosce bene quei due maledetti impostori che sono vittoria e sconfitta, sa come trattarli. Il gesto del 34enne giocatore di basket australiano di origini italiane, al termine della finale dei playoff del campionato NBL, è di quelli che suscitano applausi, anzi di più, commozione. Questo è stato il sentimento che ha pervaso il Wollongong Entertainment Centre, in Australia, dopo che l'ex cestista NBA – uscito battuto col suo Melbourne United in gara 5 delle Finals contro gli Illawarra Hawks – è stato votato miglior giocatore della serie finale, ma una volta salito sul palco per ricevere il trofeo ha stupito tutti dicendo che il premio lo meritava un suo avversario, Will Hickey. Poi è sceso tra la folla e lo ha consegnato al rivale, toccato dal gesto non meno del pubblico dell'arena.

Matthew Dellavedova vince il titolo di MVP delle finali, ma non può accettarlo

È facile essere sportivi quando si vince, mostrare la propria faccia più bella. Le cose diventano dannatamente più difficili quando si è appena perso, tanto più quando la sconfitta è al livello più alto, come la finale del massimo campionato nazionale australiano, dopo una serie tiratissima. In genere, in queste premiazioni negli sport di squadra, il riconoscimento di MVP va a un giocatore della squadra che ha vinto: ha dunque provocato stupore che sia stato votato miglior giocatore uno che invece aveva perso, sia pure il sempre eroico Dellavedova. Uno che prima di perdere sputa l'anima almeno tre volte, come sanno bene i suoi vecchi avversari in NBA, dove l'ex playmaker di Cleveland, Milwaukee e Sacramento era noto soprattutto per essere un mastino della difesa e uno che non molla mai.

L'australiano indica un avversario tra la folla: "Questo è tuo". Poi va a consegnargli il premio

L'assegnazione dell'MVP a Dellavedova è stata sonoramente fischiata dal pubblico, che peraltro era quello di parte degli avversari, visto che gli Illawarra Hawks si erano guadagnati il diritto di giocare gara 5 in casa. Ma ci ha pensato Matthew a rimettere le cose a posto poco dopo, quando – appena salito sul palco per ricevere il premio – ha indicato Hickey, suo compagno di nazionale, brandendo il trofeo: "Questo è tuo, complimenti per la vittoria". Il suo avversario faceva ‘no' col capo, ma Dellavedova è sceso tra la folla che occupava ormai tutto il campo e lo ha consegnato al fresco campione, che portava in braccio il figlio, nella standing ovation degli spettatori, assolutamente toccati da quel momento di grande sportività e prima ancora umanità.

Matthew sapeva bene cosa fare. Pur distrutto dalla sconfitta, come tutti i suoi compagni, sapeva che se non avesse fatto quello che la sua anima in quel momento gli suggeriva, avrebbe lasciato lì molto di più di una finale. Avrebbe perso se stesso, il bene più prezioso. Dellavedova ha avuto una carriera che molti si sognano, con tanti anni in NBA, un titolo con i Cleveland Cavaliers di LeBron James nel 2016 e la reputazione di giocatore duro. Il tutto pur non avendo grande talento offensivo. Un uomo squadra, uno che chiunque avrebbe voluto al suo fianco. Il suo ‘prime' è alle spalle, ma l'australiano è ancora questo tipo di giocatore, scolpito nel lavoro sporco e nel sudore.

Un duro sì, ma straordinariamente sportivo. "Si vince con la classe e si perde con la classe", ha detto il suo allenatore, Dean Vickerman, a proposito del suo gesto di assegnare il premio MVP al suo rivale e compagno di squadra nella nazionale. Applausi per Matthew anche dall'Italia, un cui avo lasciò il nostro Paese nel 1860.

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