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Trinchieri va da un giornalista e gli offre un vino per far pace: “Colpa mia”. Cosa era successo

Il coach italiano dello Zalgiris Kaunas si è scusato con il reporter con il quale s’era creato un brutto clima di tensione dopo la sconfitta in campionato contro il Rytas Vilnius. “Ho usato le parole sbagliate. Posso anche non condividere il contenuto delle tue domande né dobbiamo per forza essere d’accordo, ma non era quello il modo in cui dovevo rispondere”.
A cura di Maurizio De Santis
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Andrea Trinchieri è il coach italiano dello Zalgiris Kaunas che di recente è stato protagonista di un brusco scambio di opinioni in conferenza stampa con un giornalista. Il tono della discussione ha preso una brutta piega per il botta e risposta dopo la sconfitta in campionato contro il Rytas Vilnius. A distanza di qualche giorno da quello spiacevole episodio, il tecnico ha mostrato molto buon senso, diplomazia e sincero dispiacere per quanto accaduto. Non è questione di torto o ragione, né dello strano effetto che fanno le critiche (che pure fanno parte del gioco) a margine di una battuta d'arresto. È consapevolezza che esasperare lo scontro fa male a tutti, dall'una e dall'altra parte della barricata.

Trinchieri ha teso una mano a Tautvydas Kubilius, il reporter protagonista del dibattito serrato. Si è scusato offrendogli una bottiglia di vino presa dalla collezione privata e chiarendo che, nonostante opinioni contrarie, è cosa buona e giusta evitare di trascendere e non alimentare un clima divisivo né ostilità. Sia perché l'allenatore non si riconosce in questo tipo di persona sia per il profondo rispetto che ha verso il suo club. L'appuntamento coi media alla vigilia della partita di Eurolega tra Zalgiris e Olympiacos è stata l'occasione per mettere una pietra sopra a tutto.

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"Prendo molto seriamente il mio impegno con lo Zalgiris – ha spiegato il coach -. So di allenare un club che ha una grande storia alle spalle e, al tempo stesso, di avere il massimo sostegno da parte dei nostri tifosi. Non posso permettermi di creare divisioni né accentuare un brutto clima. Eppure è successo questo".

È in questo solco che Trinchieri ha compiuto un bel gesto nei confronti della persona che più di tutte lo aveva punzecchiato nel precedente post-match. "Ho sbagliato, è stata colpa mia – le parole rivolte a Tautvydas Kubilius -. Ho qui per te una bottiglia di buon vino italiano. Non l'ho comprata al supermercato, qui non la troveresti. Fa parte della mia cantina riservata ed è per le occasioni speciali. E credo che questa lo sia, mi scuso con te".

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Pace fatta, ascia di guerra seppellita. "Mi spiace molto per come è degenerata la situazione tra me e una persona che è qui per fare il suo lavoro – ha aggiunto Trinchieri -. Ho usato le parole sbagliate. Posso anche non condividere il contenuto delle tue domande e le tue riflessioni né dobbiamo per forza essere d'accordo, ma non era quello il modo in cui dovevo rispondere. Se parlassi bene il lituano potrei esprimermi meglio e chiarire il mio punto di vista. Ma è difficile apprenderlo subito e bene. Per ora, conosco solo una sessantina di parole e non bastano per esporre il mio pensiero correttamente".

Una volta chiarito l'equivoco, ricevuto il ringraziamento per il gesto, il coach italiano si è lasciato andare a una battuta che ha disteso ulteriormente il clima nei rapporti coi media. "Avete visto? Sono riuscito a unirvi!".

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