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La morte di Kobe Bryant, star NBA, e di sua figlia

“Tranquilli, ci penso io”: Gianna Bryant voleva raccogliere l’eredità di papà Kobe

Il rapporto fra Kobe Bryant e sua figlia Gianna era immenso. Un legame assoluto che ha portato il campione NBA, tragicamente scomparso nella giornata di ieri proprio insieme alla figlia 13enne, ad assecondare fino in fondo il sogno di ‘Gigi’ di percorrere un giorno le orme di suo papà e diventare una campionessa.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Dietro alla tragica scomparsa di Kobe Bryant e sua figlia Gianna, c’è la storia di un amore intenso, un legame indissolubile che durerà in eterno. E’ quello di un padre per la sua figlia 13enne che aveva il sogno di percorrere le sue orme, di raccogliere ogni tipo di informazione da lui per diventare una campionessa del basket. ‘GiGi’ (come veniva soprannominata) era diventata una vera star sui social dato che papà Kobe condivideva spesso i video dei loro allenamenti insieme, in casa o in cortile. Celebre il modo di rispondere di Gianna ai fan quando affermavano che Kobe avrebbe dovuto avere un figlio maschio capace di raccogliere la sua eredità: “Tranquilli – rispondeva lei – ci penso io”.

Il rapporto d’amore fra Kobe e sua figlia Gianna

Un amore intenso, un sentimento forte e un legame che ha portato subito Kobe Bryant a vedere in sua figlia Gianna Maria-Onore, più semplicemente Gianna, soprannominata GiGi, un talento innato. Gianna aveva 13 anni ed era la seconda delle quattro figlie del campione statunitense. Gianna era follemente innamorata del padre, che chiamava affettuosamente “Key”. Nel vero senso della parola. Ha seguito alla lettera ogni suo consiglio su come approcciarsi a questo sport. Partendo dal rispetto e dalla sana competizione. Nel quotidiano, anche sui social, si vedevano spesso entrambi allenarsi in casa o in cortile. Capelli crespi raccolti, viso angelico, felice e spensierato, Gianna sembrava davvero essere una sorta di giovanissima controfigura di papà Kobe. I due si somigliavano molto, avevano anche le stesse smorfie, le movenze e quella caratteristica di passarsi una mano dietro alla schiena dopo ogni tiro per asciugarsi il palmo della mano destra. Ultimamente Gianna avrebbe voluto farsi il suo primo tatuaggio. Una chiave, sull’avambraccio destro. Il simbolo che da sempre la legava al padre.

My Gigi

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Gianna e quel sogno di percorrere il successo della famiglia Bryant

La passione per il basket è stata dunque immediata e GiGi era diventata famosa proprio perché delle figlie di Kobe era probabilmente quella più appassionata a questo sport. Spesso era con suo papà nelle numerose azioni benefiche e seguiva alla lettera ogni suo consiglio. Infatti Gianna era un’ottima giocatrice: giocava nelle Mambas, la squadra finanziata dal padre che prendeva parte ai campionati giovanili. Giocava guardia, proprio come papà Kobe. Un segno del destino, anche perché GiGi aveva un dono naturale nell’uno contro uno: marchio di fabbrica di Bryant. Una vera promessa della pallacanestro tanto da portare lo stesso Kobe, ultimamente, a postare diversi video su Instagram che mostravano proprio Gianna intenta a cimentarsi in giocate del tutto sbalorditive. Si ispirava inevitabilmente a papà Kobe, dunque, ma era anche una ragazzina molto sveglia, che si informava in tv per attingere a tutte le informazioni sul basket. Fra i suoi giocatori preferiti c’era anche Trae Young e Luka Doncic.

Gigi working on that stroke #wristwork #wnbafinals

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Allo stadio con papà Kobe per ammirare l’NBA

Kobe ha dunque vista in Gianna un potenziale e non voleva assolutamente frenare quella sua grande voglia, ambizione, di sfondare nel basket e di percorrere le orme di suo papà. Un privilegio per lui che parlava della giovane figlia come di un gioiello. Gianna era una grande fan della squadra dell'Università del Connecticut, decisa ormai a giocare per loro come studentessa universitaria. L’emblema del rapporto fra Kobe e Gianna, stava anche nel fatto di come la giovane cestista fosse riuscita a convincere suo papà a ritornare a vedere le partite. Kobe infatti, dopo il suo ritiro, preferiva stare dietro i riflettori, fino a quando proprio GiGi, le chiese di sottoscrivere l'intero abbonamento della stagione dei Lakers. Celebri infatti erano diventati i siparietti fra i due, durante l’intervallo, in cui Kobe spiegava i movimenti e le giocate che Gianna aveva appena visto e di cui aveva chiesto approfondimenti al papà. Un amore immenso sottolineato anche dalle parole dello stesso Kobe che evidenzia come fosse bellissimo vedere sua figlia prendere ispirazione dai grandi campioni dell’NBA.

“Orgogliosa di essere una Bryant”

‘Mambita’ era orgogliosa di suo papà e di portare quel cognome. “Se un giorno diventerà una professione non lo so – dichiarò Gianna tempo fa – non voglio che la gente pensi che giochi solo perché mi chiamo Bryant di cognome, ma quando mi dicono che un po’ gli somiglio molto sono orgogliosa”. E quando i fan si avvicinavano a Kobe dicendogli che avrebbe dovuto avere un figlio maschio che portasse avanti il suo nome, Gianna interveniva dicendo: “Tranquilli, ci penso io”.

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