Straordinaria impresa della Nazionale Italiana di basket con sindrome di Down: è campione del mondo!
Fabio Tomao, Alessandro Greco, Davide Paulis, Andrea Rebichini, Alex Cesca, Francesco Leocata, Lorenzo Puliga e Chiara Vingione, unica donna del roster. A guidarli, coach Giuliano Bufacchi. Sono gli eroi della Nazionale Italiana di basket con sindrome di Down, che in Portogallo, a Madeira, si è confermata per la terza volta consecutiva la migliore al mondo, vincendo la finalissima contro l'Ungheria per 36 a 12.
Un successo storico e che conferma lo spessore di un gruppo che dopo i trionfi mondiali del 2018 e 2019 si era imposto anche agli Europei del 2021 (già vinti anche nel 2017, di fatto si tratta del quinto successo nelle ultime 5 competizioni). Nei gironi, gli Azzurri avevano battuto proprio Ungheria (31-14) e Arabia Saudita (58-6) piegando invece in semifinale i padroni di casa del Portogallo per 20-14. Nella sfida finale che ha sancito il trionfo dei ragazzi di Bufacchi, dopo una partenza difficile con il 6-2 di parziale dei magiari, Paulis e soci hanno ribaltato il punteggio chiudendo il primo tempo avanti 15-8 e concedendosi poi un terzo periodo praticamente perfetto e degno prologo di un quarto finale di pura accademia fino al 36-12 che ha chiuso il match.
Le parole di coach Bufacchi
«Temevo l’Ungheria, a maggior ragione dopo averne misurato il valore nella prima partita del Mondiale. Proprio a seguito della nostra sfida, si sono presentati oggi con delle contromisure e all’inizio ci hanno sorpreso. Abbiamo però letto bene la partita, grazie anche al supporto tecnico di Francesca D’Erasmo e Mauro Dessì, fornendo indicazioni ai nostri ragazzi su come attaccare gli avversari. I giocatori hanno recepito alla grande e appena fatto il break, ci siamo anche rilassati. Abbiamo giocato molto bene, come volevo io, e sono felice di essere riuscito a utilizzare tutti anche in finale. Questo è il terzo titolo Mondiale, sicuramente è il più bello perché c’erano molte squadre di valore. Sono contentissimo, è una grande soddisfazione e non potrei volere di più».