Steph Curry nella leggenda: superato Ray Allen, è il re delle triple nella storia NBA
Un numero che parla meglio di ogni possibile commento: 3666. Sono le triple segnate in carriera, dopo le 9 di stanotte ai danni dei malcapitati Chicago Bulls, da Wardell Stephen Curry. Un numero, comprensivo di tutti i canestri arrivati da oltre l'arco sia in stagione regolare che ai Playoffs, che vale il sorpasso definitivo allo specialista e detentore per anni del record, Ray Allen. Con una doverosa e paurosa precisazione da fare: il 30 di Golden State è arrivato al primo posto di questa classifica giocando appena 866 partite in carriera, mentre ad Allen sono servite 1471 gare per arrampicarsi in cima a una classifica che da qualche ora ha cambiato padrone. Una differenza di 600 partite che la dice lunga sulla portata leggendaria dei numeri di Curry e che spegne sul nascere ogni possibile obiezione sullo status di un giocatore che ha rivoluzionato in lungo e in largo gioco e spaziature della pallacanestro moderna come nessuno è stato in grado di fare.
Dominato il big match contro i Bulls
Il menù della notte, che metteva contro la squadra col miglior record della Eastern (8-3 prima della partita, a pari merito coi Wizards) e quella col miglior record della Western Conference, rappresentava secondo molti il primo serissimo banco di prova dei Warriors finora favoriti anche da un calendario abbordabile, al netto della sfida vinta contro le due squadre di Los Angeles ancora in fase di rodaggio e della gara persa contro Memphis. Per lanciare il più chiaro dei messaggi, Curry non ha mai tolto il piede dall'acceleratore, mandando in difficoltà quella che forse è la miglior coppia di esterni difensivi dell'intera NBA, Lonzo Ball e Alex Caruso, in più occasioni disorientati come mai si era visto finora in stagione. Il tutto gestendo facilmente un vantaggio che gli uomini di Kerr hanno accumulato nei due quarti centrali, col 28-16 del secondo parziale e soprattutto il 35-17 del terzo, un marchio di fabbrica della squadra sin dai tempi del primo anello. Ovviamente, con Steph protagonista che ha chiuso a quota 40 punti, 9 triple segnate, 5 assist e 15/24 al tiro, per la partita numero 36 in carriera con almeno 9 canestri da tre: il secondo in questa speciale classifica è James Harden, fermo a quota 9. Numeri alla Chamberlain, come qualcuno sottolinea, per obiettiva impossibilità di essere replicati persino nell'epoca in cui il tiro da 3 è diventato il centro di gravità del gioco moderno.
I Warriors fanno davvero paura
11-1 di record, unica sconfitta arrivata al supplementare contro i Grizzlies, 7 vittorie di fila con margine in doppia cifra. Prima squadra per assist a partita, punti a partita, triple segnate, palle recuperate. E miglior difesa NBA. Il tutto senza il loro miglior difensore, Klay Thompson, nonché forse unico reale tiratore al livello di Steph attualmente nella lega. 12 partite sono davvero poche per lanciare giudizi definitivi, ma forse è ora di inserire a tutti gli effetti i Golden State Warriors tra le favorite all'anello. Il rientro di Thompson e l'inserimento definitivo nelle rotazioni dei giovani Wiseman, Kuminga e Moody possono diventare la ciliegina su una torta che già oggi spaventa tutte le candidate al titolo.