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Rissa nella notte tra Jokic e Morris in Denver-Miami: il serbo perde la testa in campo

In una partita già virtualmente chiusa e a meno di 3 minuti dal termine, l’MVP 2020 ha letteralmente perso le staffe dopo un contatto ben oltre i limiti del regolamento con Markieff Morris. Alla dura gomitata del giocatore Heat, il lungo ha però risposto con fin troppa violenza e oltre all’espulsione (di entrambi) ora rischia una multa e la sospensione.
A cura di Luca Mazzella
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Anche i più buoni, a volte, perdono le staffe. Nikola Jokic, MVP in carica della stagione NBA (e tra i favoriti anche quest'anno a portare a casa il premio) e tra i giocatori più amati dell'intera lega, si è reso protagonista di un brutto episodio sul finale di Denver Nuggets-Miami Heat di stanotte, gara vinta nettamente dai padroni di casa trascinati proprio dal lungo serbo che ha chiuso in tripla doppia da 25 punti, 10 rimbalzi e 10 assist.

Sul 111-94 e a 2 minuti e 40 da fine partita, dopo un mancato fischio proprio per un presunto fallo di Jokic sotto canestro su Bam Adebayo, il bad-boy (uno dei tanti giocatori con un altissimo livello di testosterone in squadra) dei Miami Heat, Markieff Morris, ha ben pensato di rendere giustizia al compagno rimasto sotto canestro, andando a colpire l'MVP con una veemente gomitata sul fianco arrivata dopo il passaggio in contropiede del lungo.

Di pronta risposta, Jokic ha reagito istintivamente colpendo alle spalle Morris e scaraventandolo a terra, con il più classico dei parapiglia nato in pochi secondi e sedato dall'intervento di coach Mike Malone e dei compagni, ma destinato a lasciare ancora parecchi strascichi e inevitabili conseguenze oltre che nell'immediato (i due sono stati espulsi) anche in ottica sospensione, che quasi certamente verrà comminata per entrambi i giocatori. Una sanzione insolita per Jokic, pacato e tipicamente poco incline a questo genere di reazioni, un po' meno per uno dei due gemelli Morris, già noto alla lega per il suo carattere rude e un gioco spesso ai limiti dell'antisportivo costato diversi flagrant, (stanotte di tipo "2") e un numero spropositato di falli tecnici. Subito dopo lo spintone ricevuto, Morris è rimasto a terra anche se non sembra aver riportato ulteriori problemi, mentre il coach degli Heat Eric Spoelstra a fine partita ha puntato senza mezzi termini il dito contro Jokic e accusandolo di essere "Pericoloso e sporco. Markieff ha fatto un semplice fallo per fermare la transizione. Con la spalla ha forse messo un po' di fisicità in più ma niente di grave. Il modo in cui ha reagito Jokic non ha alcuna giustificazione"

Dal canto suo, Jokic è sembrato particolarmente scosso nel dopo-gara, in cui si è subito scusato per il gesto dichiarando di sentirsi male per quanto fatto: "Non avrei mai dovuto reagire così, ma sono stato colpito a metà campo senza motivo e con un gesto scorretto. Mi sono solo voluto proteggere, ma ora mi sento male per quello che ho fatto e mi dispiace aver fatto male a Markieff"

Le parole di Jimmy Butler e la reazione del fratello di Markieff

La rissa scoppiata in una gara abbondantemente conclusa ha ovviamente avuto altri protagonisti "collaterali" tra cui Jimmy Butler, leader dei Miami Heat e giocatore dal carattere a dir poco focoso.

Le telecamere hanno infatti ripreso il numero 22, intervenuto nella mischia solo per sedare gli animi inizialmente, intento a sfidare a distanza Jokic invitandolo ad un confronto "nel retro", all'esterno del tunnel degli spogliatoi, a ulteriore riprova del livello di tensione che si è toccato in pochi minuti. Alimentato ulteriormente anche sui social, dove Marcus, fratello di Markieff e in forza ai Los Angeles Clippers, ha testualmente "preso nota" della spinta di Jokic promettendo vendetta.

Si attendono a questo punto le reazioni della NBA, mai restìa in casi del genere a usare il pugno duro per stigmatizzare la violenza in campo. C'è da capire quanto la condotta di Jokic e di Morris nelle rispettive carriere inciderà sulle possibili sanzioni, ma al di là di quanto e come si deciderà di operare, quanto accaduto rappresenta una brutta pagina nella carriera finora esemplare in campo del serbo, che non vede l'ora di voltare pagina.

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