Playoff NBA: i Brooklyn Nets battono Milwaukee in Gara 1 delle semifinali di Conference, out Harden
Una vittoria che rafforza le convinzioni accumulate tra stagione regolare e primo turno contro i Celtics, e un infortunio che preoccupa per il prosieguo di una post-season che assomiglia a una marcia trionfale verso l'anello. I Brooklyn Nets portano a casa gara 1 della semifinale di Eastern Conference contro una Milwaukee che dura un tempo e poco più, ma temono di dover rinunciare a lungo al loro giocatore più importante (come creator questa squadra non ha altri giocatori come lui) James Harden, costretto ad uscire dal campo dopo appena 43 secondi di gioco e una penetrazione contro Jrue Holiday nella quale ha riportato uno stiramento al bicipite femorale destro, quello che già in regular season lo aveva tenuto ai box. Ai microfoni di fine partita il suo coach Steve Nash commenterà così il suo ko: "Era così pronto e carico per la partita di stasera, e sapete benissimo quanto lavoro e preparazione ci sia dietro. Sapete quanto tiene a questo gioco e quanto tiene alla sua squadra. Nessuno vorrebbe vederlo uscire così".
La partita
Subito dopo l'infortunio del "Barba" i Bucks provano a prendere il largo sfruttando la preoccupazione di giocatori e panchina di Brooklyn e muovendo bene la palla. Giannis Antetokounmpo viene trovato puntualmente sui tagli off-the-ball dai compagni e l'inizio degli uomini di Budenholzer è incoraggiante e fa ben sperare per il prosieguo della partita. Sul 28-21 per gli ospiti però si mettono al lavoro prima Kyrie Irving e poi Kevin Durant, che riportano la sfida in parità sul 30-30 e continuano nel secondo quarto a bucare la retina fino a portare i Nets sul +7 che i Bucks recuperano in parte prima della sirena del primo tempo.
Il terzo quarto è quello che spacca la partita in due: Giannis segna di forza il canestro del -3 sul 69-72, da lì in poi però inizia lo show di Brooklyn, che con Irving e Durant su tutti ma trovando minuiti preziosi delle seconde linee Claxton, Shamet e Mike James sale fino al +16 con un quarto ancora da giocare. Quarto che non regala colpi di scena anzi consente a Blake Griffin, fondamentale per i suoi con 18 punti e 14 rimbalzi, e a Joe Harris (19 punti) di macinare canestri su canestri. Per il resto, è show-time con l'inchiodata in contropiede di KD che infiamma il Barclays Center.
Con Harden fuori per tutto il match, una vittoria che vale oro e fa partire come meglio non poteva i candidati numero 1 all'anello, che trovano grande energia e punti dalle "non-star", con Mike James (+12 di plus/minus), Joe Harris e Blake Griffin che combinano per 49 punti e il 54% al tiro.
Per i Bucks tanti problemi da risolvere
Milwaukee può rimproverarsi certamente una serata storta al tiro da fuori (6/30, 20% complessivo) con Khris Middleton che chiude a 0/5 dall’arco, Jrue Holiday a 2/7 e Bryn Forbes, reduce da una pazzesca serie dal perimetro contro gli Heat, limitato a 1/5. Troppo poco per una squadra abituata a tirare col 39% da tre e che senza pericolosità dal perimetro consente alle difese di chiudersi e attendere Giannis in penetrazione. L'MVP, nonostante tutto, è riuscito a giocare comunque il suo basket facendosi trovare pronto su ricezioni dinamiche e sfruttando al massimo la sua fisicità: 34 punti e 11 rimbalzi con 16/24 al tiro per lui.
A fronte della pessima serata al tiro, i Bucks hanno però raccolto ben 72 punti nel pitturato, con la coppia Lopez-Antetokounmpo padrona nell’area Nets. Milwaukee inoltre fare molto di più, considerati i difensori a disposizione, nella difesa sugli esterni avversari, aumentando la pressione e non concedendo tiri wide-open come capitato stanotte (Joe Harris ha chiuso con 5 triple). Ultimo appunto sicuramente sul taccuino di Mike Budenholzer: partite del genere si vincono prima di tutto con le star, e a fronte dei 33 e 34 minuti su 36 dei primi tre quarti giocati da Durant e Irving i Bucks avevano “gestito” le loro star con il solo Holiday in campo per più di 30 minuti e Middleton (28), Giannis (27) e Lopez (22) tenuti fin troppo a riposo. Per un coach storicamente abituato a "spremere" i suoi giocatori, un cambio di strategia troppo estremo sul quale l’esordiente Steve Nash ha banchettato.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, una miglior gestione delle rotazioni e una maggior precisione dal perimetro dovrebbero essere sufficienti a tenere testa ai Nets fino alla sirena finale. Harden permettendo, ovviamente.