Paura in NBA, Biyombo collassa e crolla esanime in campo: le immagini sono impressionanti
La sequenza delle immagini che arriva dalla NBA è scioccante: il malore improvviso di Bismack Biyombo è impressionate per il video che racconta quegli istanti di paura, angoscia e preoccupazione per le sue condizioni di salute. Il centro degli Oklahoma City Thunder collassa, perde i sensi e crolla nei pressi della panchina durante un time-out nel corso della partita contro Portland Trail Blazers. A giudicare da quel che s'è visto in diretta, il dubbio che fosse accaduto qualcosa di tragico ha sfiorato gli spettatori presenti nel palazzetto e quelli davanti alla tv.
Biyombo è in piedi e ‘dà il cinque' ai compagni che rientrano in postazione per recarsi intorno al coach e ascoltare le indicazioni. Nulla lascia presagire che di lì a poco un disturbo lo costringerà a ricorrere a cure mediche. Sta bene, almeno in apparenza. E invece si adagia all'indietro, va giù di schiena e urta uno dei giocatori.
Intorno a lui c'è sgomento, si forma un capannello mentre viene soccorso e visitato dallo staff sanitario. La partita viene sospesa fino a quando non arriva la buona notizia che il giocatore s'è ripreso. Per fortuna si è trattato solo di uno svenimento ma a scopo precauzionale il veterano della NBA (è alla 14ª stagione) è stato portato subito via perché si sottoponesse a ulteriori controlli per quel mancamento inaspettato. Ce l'ha fatta ad abbandonare il parquet da solo, sulle sue gambe e con la testa tra le mani, nonostante gli avessero procurato una sedia a rotelle.
Inutile correre rischi anche perché nella storia della NBA episodi del genere sono stati spesso legati a vicende dai risvolti tragici. Non è il caso di Biyombo (la preoccupazione per le sue condizioni s'è subito ridimensionata) ma in passato le ‘cadute improvvise' sono state foriere di cattive notizie.
Il riferimento è quanto accadde all'ex ala dei Celtics, Reggie Lewis, che morì in campo durante un allenamento fuori stagione nel 1993: a stroncarlo fu un problema cardiaco che fino a quel momento non aveva dato segnali.
Per quanto riguarda il 31enne centro degli Oklahoma City Thunder si è trattato di qualcosa di molto meno grave e che alla fine ha provocato solo un grande spavento per le circostanze. Nulla di preoccupante ma lo staff della franchigia americana non darà l'ok al suo ritorno in squadra almeno fino a quando tutti gli esami diagnostici non daranno riscontro positivo, escludendo qualsiasi complicanza.