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Nikola Jokic è l’MVP della stagione NBA 2020/21, ora è ufficiale

L’anticipazione arriva dall’insider Shams Charania: il centro serbo abbatte un tabù lungo 20 anni, diventando il primo big-man a trionfare dai tempi di Shaquille O’Neal. Un successo meritato e mai in discussione per un giocatore capace di cambiare il volto della sua squadra e di impattare sui suoi risultati più di ogni altro.
A cura di Luca Mazzella
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Ora possiamo ufficialmente dirlo: Nikola Jokic è l'MVP della regular season NBA 2020/21. Il centro serbo, scelta numero 41 al draft 2014, è il giocatore pescato più in basso nella storia NBA a vincere il premio, il primo centro dal 2000 quando a riuscirci fu Shaquille O'Neal (Duncan, che l'ha vinto nel 2003, giocava o almeno partiva nominalmente come power-forward), e il primo giocatore in assoluto dei Denver Nuggets a portare a casa la statuetta. Il record precedente di "tardività" al draft sfociata poi in MVP apparteneva a Steve Nash e a Giannis Antetokounmpo, entrambi chiamati con la numero 15.  L'unica seconda scelta capace di trionfare prima del centro di Denver è stata Willis Reed, pescato però con la numero 8 al draft 1964. Altri tempi.

Jokic è inoltre il primo MVP dai tempi di Kobe (2008) a giocare tutte le partite a disposizione (72 quest'anno anzichè 82, per il calendario compresso a causa della bolla 2020). Il centro di Denver ha chiuso la stagione regolare a 26.4 punti, 10.8 rimbalzi, e 8.3 assist di media (tutti massimi in carriera), finendo in top 5 in ognuna delle 3 statistiche principali e trascinando i Nuggets a un record di 47-25, il terzo migliore della Western Conference. Tornando ai numeri i suoi 8.3 assist sono secondi solo agli 8.6 di Wilt Chamberlain se consideriamo i centri, mentre per appena 3 triple e 13 tiri liberi segnati non ha centrato il traguardo del 50-40-90 (percentuali dal campo, da tre, ai liberi).

Attualmente il numero 15 è impegnato nella semifinale contro i Phoenix Suns e sotto 1-0 dopo il primo episodio della serie. Nel primo turno giocato contro i Blazers ha mantenuto una pazzesca media di 33 punti, 10.5 rimbalzi, 4.5 assist, 43% dall'arco e 92% in lunetta.

Dopo i due MVP consecutivi per Giannis Antetokounmpo, è ancora una volta un giocatore europeo a trionfare (il terzo nella storia NBA contando anche Dirk Nowitzki), segno di un gap che continua progressivamente a ridursi.

Un successo che, è bene ricordarlo oggi, arriva per un ragazzo così snobbato agli inizi dalla lega che, nella notte draft, ESPN mandava in onda un commercial di un nuovo taco appena uscito mentre i Nuggets lo chiamavano alla scelta numero 41. Da allora il classe '95 di Sombor di strada ne ha fatta, e anche tanta, trasformandosi dal lungo pigro, non atletico e difensivamente inadeguato a point-center e giocatore con un arsenale offensivo praticamente infinito: nessuno prima d'ora era stato capace di chiudere coi suoi numeri (26-10-8) tirando contemporaneamente così bene dal campo: 56.6%. Il tutto grazie a un lavoro oculato anche dello staff di Denver che ha seguito il ragazzo in Serbia in ogni off-season per allenarsi e mantenere una dieta quanto più possibile vicina a quella di un atleta. Oggi, Jokic è tra i giocatori col minutaggio più alto della lega e mentre diverse star hanno subito infortuni o sono state comunque gestite con un sapiente load-management, Malone non si è mai trovato costretto a concedergli un match di riposo. Insomma, un successo più che meritato a coronamento di una stagione storica. Tra un passaggio no-look e uno dei suoi tiri tuffandosi all'indietro, Nikola Jokic è stato capace di mettere d'accordo (quasi) tutti, superando la concorrenza degli altri due finalisti Steph Curry e Joel Embiid. E a 26 anni, si prepara a fare incetta di premi e record in una carriera che promette di regalarci ancora tante soddisfazioni.

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