NBA Trade in chiusura, ma tutto è ancora possibile: cosa aspettarsi dagli ultimi giorni di mercato
Pochi giorni, tre per l'esattezza, e l'impressione che l'NBA potrebbe vivere una nuova e determinante rivoluzione a ridosso della trade deadline. Il termine fissato per ultimare gli scambi tra le squadre (dopo il quale si potrà attingere al solo mercato dei free agents e dei giocatori che saranno tagliati dalle varie franchigie) si avvicina, e con questo l'avventura di tante star finite ai margini del roster o comunque di progetti tecnici in cerca degli incastri giusti per avviare la ricostruzione. Vediamo quali sono le situazioni più calde che potrebbero vedere un'accelerata nelle prossime ore, partendo dalla prima trade ufficiale:
Caris LeVert: l'esterno 27enne ex Brooklyn Nets e finito agli Indiana Pacers nella trade che ha portato James Harden alla corte di Kyrie Irving e Kevin Durant, è stato identificato dalla dirigenza dei Cleveland Cavaliers come il tassello mancante di un roster che continua a sorprendere sera dopo sera e aveva bisogno di un complemento offensivo sul perimetro, capace di creare punti dal palleggio e alternarsi con la star della squadra Darius Garland. I Pacers, dal canto loro, hanno accettato il contratto in scadenza di Ricky Rubio, una scelta al prossimo draft (protetta dalla 1 alla 14, in tal caso resterà ai Cavs), e due scelte future. Un modo per iniziare una rivoluzione che non si fermerà qui.
Domantas Sabonis e Myles Turner: ecco, a proposito di Indiana Pacers appunto, la coppia di lunghi titolare è sul mercato. Per il mancino figlio d'arte c'è l'interesse delle ultime ore da parte dei Washington Wizards, ma su di lui sono vigili praticamente tutte le squadre della lega, con Mavericks, Warriors, Celtics nomi caldi che potrebbero emergere a breve sbaragliando la concorrenza. Diverso il discorso per Turner: contratto in scadenza nel 2023, per quello che si sta affermando come uno migliori intimidatori al ferro della lega c'è da registrare l'interesse anche in questo caso di Golden State e Dallas, ma con alcune squadre evidentemente alla ricerca di un lungo versatile e di talento, vedi Charlotte Hornets, è difficile prevedere chi la spunterà-
Eric Gordon: 18.2 milioni (ciò che ne resta essendo già a febbraio) quest'anno, 19.5 il prossimo, 20 (ma opzione a favore del team) nel 2023/24. Per contratto, ma soprattutto per caratteristiche offensive (uno dei tiratori più efficaci dall'arco dell'intera NBA) e difensive, Gordon è il nome buono per ogni contender. Sondato anche dai Cavs prima di virare su LeVert, per l'ex Clippers e Team USA il nome più caldo sembra quello di Phoenix, alla ricerca esattamente di un esterno 3&D per completare un roster già tra i più profondi e assortiti della lega.
James Harden: IL nome se ne esiste uno di queste ultime ore. Il mancino ha mostrato preoccupanti segnali di insofferenza nelle ultime apparizioni coi Brooklyn Nets e quel contratto sostanzialmente in scadenza (il 2022-23 è di 47 milioni ma con opzione a suo favore, potrebbe quindi non esercitarla per cercare un accordo più lungo) non rassicura la franchigia che dinanzi al timore di perdere in cambio di nulla il Barba sembra intenzionata ad ascoltare le offerte provenienti dalle tante corteggiatrici del giocatore, Philadelphia su tutte. Dopo una prima parte di stagione a chiedere straordinari al suo corpo post-infortunio che già sul finire dello scorso anno lo aveva tenuto fuori dai campi, a causa della nota assenza di Irving, e una seconda in cui pur rientrando la point-guard è stato Durant ad andare ai box costringendolo a posticipare ulteriormente riposo e recupero totale, Harden sembra giunto al capolinea o almeno il suo linguaggio del corpo non lascia grossi dubbi. Per coach Nash non c'è possibilità che uno scambio con il suo numero 13 vada in porto in queste ore, ma l'assenza nelle ultime 2 gare (motivata da un problema al polso) tiene accesa la speranza tra le pretendenti.
Ben Simmons: a proposito di James Harden, ecco la contropartita che da Philadelphia potrebbe arrivare a risolvere due problemi in uno. Daryl Morey, il GM dei 76ers, continua imperterrito ad avere altissime pretese per la point-guard mancina ormai fuori squadra da inizio anno e ai ferri corti con compagni e dirigenza, ma nell'ottica di trovare un reciproco ristoro a due spinose questioni interne, sia lui che Sean Marks, (GM di Brooklyn) potrebbero optare per uno scambio di scontenti che gioverebbe a entrambe le squadre. Il rumor è già emerso prepotentemente nelle scorse ore ed è proprio nelle prossime ore che in un senso o nell'altro questa trattativa sceglierà che direzione prendere. Nel frattempo, ai 76ers non dispiacerebbe scaricare ad una terza squadra il contrattone di Tobias Harris, lasciandosi ulteriore margine per creare il giusto mix di giocatori complementari al candidato MVP Joel Embiid.
Russell Westbrook: non uscirà alcun annuncio con scritto "Vendesi", come invece tante franchigie hanno più o meno inequivocabilmente lasciato intendere per i giocatori sul mercato, ma la verità è che l'annuncio più esplicito della disponibilità dei Lakers ad ascoltare offerte per Russell Westbrook sta nel rendimento di quest'ultimo e nella totale spaccatura che sembra esserci tra lui e le altre due star della squadra LeBron James e Anthony Davis. Con 44 milioni per questa stagione e un'opzione da 47 per il prossimo, non ci sono squadre realmente pronte a sobbarcarsi un'onere del genere per un giocatore che appare in declino fisico ma anche fortemente condizionato dall'ambiente giallo-viola, che anche per comodità sembra aver trovato in lui e solo in lui la causa di tutti i mali senza mai sindacare l'operato di una dirigenza che ha sbagliato praticamente ogni mossa estiva assecondando le richieste di James e non badando al mantenimento di un roster già di per se altamente competitivo. Da ambienti vicini alla squadra il messaggio è chiaro: si faccia avanti chi può.
I Sacramento Kings: trovare un solo giocatore in vendita nella franchigia californiana è un'impresa, considerato che nella sola ultima settimana gli esterni De'Aaron Fox, Tyrese Haliburton, Harrison Barnes e Buddy Hield, e i lunghi Richaun Holmes e Marvin Bagley III, ogni nome è stato più o meno palesemente inserito tra i papabili di trade. Ci sono validi motivi per pensare che almeno 5 di questi 6 giocatori siano ambiti da squadre di medio-alto livello, c'è solo da capire chi si muoverà per primo e se in casa Kings esiste una minima strategia.
Danilo Gallinari e John Collins: anche gli Atlanta Hawks, che da finalisti della Eastern Conference in carica si sono trovati a battagliare per le posizioni più basse del torneo play-in, sono sul mercato alla ricerca di nuove pedine da affiancare a Trae Young. Tra i nomi più appetibili, il nostro Danilo Gallinari (che il prossimo anno avrà solo 5 dei 20 milioni di contratto garantiti e quindi potrebbe essere tagliato per fare spazio dalla nuova acquirente) e quello del lungo John Collins, ala atletica dotata di grande atletismo e tiro perimetrale, ma a quanto pare poco in sintonia col resto del gruppo. Anche l'esterno Kevin Huerter, alle giuste condizioni, potrebbe salutare la Georgia.
Terrence Ross e Goran Dragic: due veterani in uscita da Orlando Magic e Toronto Raptors che potrebbero fare comodissimo a ogni squadra alla ricerca di esperienza e punti facili. Per lo sloveno conviene puntare alla reunion con Luka Doncic in quel di Dallas o al clamoroso ritorno agli Heat (se tagliato), mentre per Ross non esiste una squadra realmente vicina alla guardia ma contratto e rendimento garantito lasciano pensare che nelle ultime ore accadrà qualcosa.
Le squadre da tenere d'occhio
Per ogni contender è ovvio immaginare come i prossimi giorni saranno decisivi per individuare il nome giusto su cui fiondarsi e completare roster già competitivi ma alla ricerca dell'ultimo tassello: Phoenix Suns e Golden State Warriors saranno tra le più vigili per un esterno e un lungo. Tra i progetti pronti al rebuilding completo, Indiana Pacers, Portland Trail Blazers, Houston Rockets (che oltre a Eric Gordon cerca acquirenti per John Wall), Detroit Pistons (che devono assecondare la voglia di Jerami Grant di cambiare aria) e i citati Sacramento Kings saranno tra le squadre più attive in termini di cessioni con scelte come contropartite. Nel limbo, i Boston Celtics, i Dallas Mavericks, i Toronto Raptors sono tre i team non contender ma pronti a scalare un altro step grazie alla giusta occasione. Prepariamoci alle grandi manovre, l'NBA potrebbe cambiare volto.