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NBA Lockout, nessun accordo: cancellate le prime due settimane di stagione regolare

L’Associazione Giocatori e i Proprietari sono ancora molto lontani dal raggiungere un’intesa. L’oggetto del contendere riguarda la spartizione dei ricavi annuali dell’Nba. A rischio l’intera stagione.
A cura di Vincenzo Di Guida
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Derek Fisher

La notizia è ufficiale. L’ Nba cancella le prime due settimane di stagione regolare. Nella riunione tra la Lega e l’Associazione Giocatori, tenutasi questa notte, e durata più di sette ore, non è stato raggiunto alcun accordo. Al termine dell’incontro il Commisioner David Stern ha dovuto gettare la spugna: “Ci abbiamo provato sino alla fine- ha dichiarato Stern – ma non siamo stati in grado di trovare un accordo ". Il lockout che sta paralizzando il campionato a stelle e strisce, pare non avere fine. La cancellazione delle prime due settimane di regular season (che non saranno recuperate), è il primo passo verso la cancellazione dell’intera stagione. Eppure dalle stanze del Lowell Hotel di Manhattan, domenica sera era trapelato un cauto ottimismo. C’era addirittura qualche “insider”, che riferiva che l’accordo fosse quanto mai vicino. Invece, ci si è arenati sempre sullo stesso punto: la spartizione degli introiti economici. Il vecchio accordo prevedeva che ai giocatori andasse il 57% dei ricavi, e ai proprietari delle franchigie il 43%. La proposta avanzata da quest’ultimi prevede una spartizione equa: 50 e 50, mentre i giocatori sono disposti a scendere dal 57% al 53%. Le due parti sono inamovibili su questo punto, che è sempre stato, e resta il pomo della discordia.

tifosi Nba

Muro contro muro

I proprietari affermano che l’attuale sistema è insostenibile, dichiarando perdite nell’ultima stagione di 300 milioni di dollari. Dall’altra parte, i giocatori rappresentati dal playmaker dei Los Angeles Lakers Derek Fisher, ribadiscono che facendo scendere la loro percentuale al 53% nei prossimi anni sei anni, la Lega risparmierebbe 1 miliardo di dollari. “ La nostra proposta è equa e ragionevole”. Questo il pensiero di Fisher, che da per scontato che i proprietari siano convinti del fatto, che gli atleti faranno marcia indietro, non appena inizieranno a non ricevere lo stipendio. “ Non sarà così” – afferma con forza il capo del sindacato giocatori Billy Hunter. Se non si fanno passi avanti su questo punto cruciale, sarà impossibile affrontare il secondo nodo, che riguarda la questione del salary cap. Il tetto salariale oltre il quale una squadra non può andare per regolamento. I giocatori vogliono un salary cap flessibile, i proprietari lo voglio rigido, in modo da avere più potere contrattuale con i giocatori stessi. La situazione è quella di un cane che si morde la coda. Ognuno vuole la fetta più grande del cosiddetto BRI (i ricavi totali dell’Nba), che annualmente ammonta a 4 miliardi di dollari. Cifre spaventose, che fanno dell’Nba la Lega sportiva più ricca a livello globale. Intanto, mentre l’America si interroga su chi abbia torto o ragione, l’intera giostra inizia a far registrare perdite clamorose. La sola cancellazione della pre-season, ha causato voci in rosso per 170 milioni di dollari.

Kobe bryant a Milano

Il precedente del 1998

Il caso del 1998 è ancora fresco nella memoria di tutti. La serrata voluta dai proprietari durò 192 giorni. Il campionato iniziò nel gennaio 1999, e la stagione fu ridotta da 82 a 50 partite. La cosiddetta stagione con l’asterico, come la definì Phil Jackson, l’allenatore più vincente della storia dell’Nba (11 titoli conquistati in carriera: 6 con i Chicago Bulls, 5 con i Los Angeles Lakers). La speranza è che possa quantomeno finire come tredici anni fa. Ma siamo molto più vicini al punto del non ritorno, che a una soluzione. Rispetto al 1998 le grandi stelle hanno una scappatoia che si chiama Europa o Cina. Se dell’affare Kobe Bryant a Bologna, si sono perse un po’ le tracce. L'ultima proposta del Presidente della Virtus Claudio Sabatini era di 2 milioni di dollari per una sola partita. Invece, Danilo Gallinari con l’Olimpia Milano ha fatto il suo debutto domenica scorsa nella netta vittoria contro Varese. Il “Gallo”, ancora alla ricerca della migliore condizione, ha realizzato 12 punti in 12 minuti. Magra consolazione, per chi  considera l’Nba la massima espressione della pallacanestro al mondo.

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