NBA, JR Smith prende a pugni e calci un delinquente durante le proteste per George Floyd
Clima incandescente negli Stati Uniti. Le manifestazioni per chiedere giustizia dopo la morte di George Floyd, in alcuni casi si sono trasformate in vere e proprie "guerre civili" anche a causa di alcuni infiltrati. In occasione di uno dei "cortei", la star del basket JR Smith è stato sorpreso a picchiare selvaggiamente uno dei manifestanti. Stando al racconto offerto dall'ex Cleveland Cavaliers, l'uomo avrebbe rotto il finestrino della sua auto ed era pronto a fare ulteriori danni. L'aggressione del cestista dunque non avrebbe nulla a che fare con la questione razziale
JR Smith, violenta aggressione in strada durante manifestazione per George Floyd: pugni e calci ad un delinquente
Hanno fatto il giro del mondo le immagini del video pubblicato da TMZ Sports in cui il volto noto del basket NBA JR Smith picchia selvaggiamente un uomo in strada. Il tutto è andato in scena nel corso di una delle manifestazioni di protesta per la morte di George Floyd, l'afroamericano deceduto dopo che un agente di polizia lo aveva bloccato schiacciandogli il collo con un ginocchio. Nella registrazione, JR Smith colpisce ripetutamente l'uomo prima con dei calci, e poi con dei pugni, costringendolo alla fuga. Immagini molto violente, con la furia del campione di basket che è stata poi bloccata da altri ragazzi presenti.
Perché JR Smith ha picchiato il manifestante: nessuna aggressione a sfondo razziale
Alla base dell'aggressione non ci sarebbero, secondo il racconto di JR Smith motivi razziali. Il cestista ha provato a giustificarsi con queste parole: "Ha provato a distruggere la mia auto, ha rotto il vetro e quel punto l’ho inseguito e gli ho fatto il c…. Non è un crimine d'odio, non ho problemi con chi non ha problemi con me. La mia è stata soltanto una reazione nei confronti di un pezzo di m….. e questo è tutto".
Chi è JR Smith, il cestista protagonista del momento più stupido della NBA
JR Smith ha lasciato un segno importante nel bene e nel male nella NBA. Nella sua carriera, in cui ha vestito anche la maglia dei cinesi dello Zhejiang G. Bull, è riuscito anche a conquistare un anello con i Cleveland Cavaliers in cui ha militato in quattro stagioni. Non è riuscito a centrare il bis in tre occasioni, arrendendosi in finale ai Golden State Warrios. Nell’ultima occasione si è reso protagonista di una giocata considerata "il momento più stupido nella storia della NBA". Sul punteggio di 107 a 107 in gara 1, dopo aver raccolto un rimbalzo a centro area, è tornato a centrocampo senza tirare immediatamente, sciupando una colossale opportunità.