NBA Finals: Milwaukee pareggia i conti contro Phoenix, Giannis inchioda una stoppata da leggenda
Khris e Giannis, Giannis e Khris. Non si scappa da questi due nel raccontare la vittoria di Milwaukee, che nella notte batte i Suns e li raggiunge sul 2-2 dopo una partita stupenda, intensa e decisa solo nel finale con grandi giocate difensive e offensive. E in cui appunto Middleton e Antetokounmpo si dimostrano fondamentali con 40 punti, il primo, e una prestazione a tutto tondo del secondo che vince la gara prima di tutto in difesa, con una stoppata di una sicura schiacciata a due mani di DeAndre Ayton a chiudere un alley-oop a poco più di un minuto dal termine sul 101-99 per i Bucks, diventato 103-99 poco dopo proprio con il canestro di Middleton in contropiede. Nel mezzo anche una sanguinosissima palla persa di Chris Paul, impalpabile come mai gli era capitato in post-season.
Davanti agli occhi di Kareem Abdul-Jabbar, Oscar Robertson e Jon McGlocklin, ultimi Bucks a vincere il titolo nel 1971, Milwaukee parte male facendo subito prendere il largo a Phoenix con i canestri di Devin Booker e Mikal Bridges che portano gli ospiti sul 18-9, con tutto il quintetto Suns andato a punti nei primi 6 minuti di gara. I Bucks però, un canestro alla volta, risalgono e provano a tornare a contatto chiudendo il primo tempo in parità a quota 52, nonostante tirino col 41% dal campo contro il 51% degli avversari. Le palle perse forzate, i tiri liberi, la transizione (8 punti) e la spaventosa mole di rimbalzi offensivi (saranno 17 a fine partita) fanno però la differenza e annullano il gap che la percentuale dal campo sembrerebbe raccontare. Williams nel frattempo sembra aver cambiato del tutto le rotazioni, giocando con 8 uomini, non inserendo mai Frank Kaminsky (reduce da 15 minuti in gara 3) e tenendo dentro un Devin Booker in serata di grazia e in campo per 22 minuti su 24. Il vero problema di Phoenix, dopo due quarti, è Chris Paul: 1/4 dal campo e impalpabile come mai era capito in post-season.
Il secondo tempo inizia ancora nel segno del numero 1 dei Suns, che manda a bersaglio l’ennesimo jumper dal mid-range che vale i punti 521 e 522 della sua postseason, un record assoluto per un debuttante ai Playoffs. Dall’altra parte però si mette al lavoro Middleton e il terzo quarto diventa un clinic di conclusioni offensive dei due, che pur ricevendo tutte le attenzioni del mondo dalla difesa avversaria trovano sempre il modo di andare a punti. Con la tripla di Cameron Payne i Suns salgono sull’80-73 e assaporano un nuovo allungo, ma è sempre Middleton a trovare una risposta adeguata ai mini allunghi Phoenix e al parziale che gioca Booker in apertura di ripresa: 18 punti, 7/7 dal campo, a quota 38 punti senza una tripla e proprio dopo aver giocato in gara 3 la peggior partita dei suoi Playoffs. Il tutto, a fine terzo quarto, senza neanche un altro Suns in doppia cifra.
Purtroppo per Booker però e soprattutto per Monty Williams a inizio ultimo periodo arriva il suo quinto fallo, gravissimo, che fa da estintore su una prestazione dominante e lo condanna per qualche minuto alla panchina. I Bucks in quel momento sono sotto di 6 sull’87-81 ma prima di rientrare definitivamente, presi dalla fretta e da una tensione che si taglia a fette, arrivano errori marchiani di Holiday, Tucker e Connaughton che non trovano mai il fondo della retina e mancano l’aggancio. Quando però sull’89-84 dopo un paio di canestri da ambo i lati Giannis ruba una palla direttamente dalla rimessa di Phoenix per fiondarsi in contropiede per il -3, l’inerzia sembra cambiare quasi del tutto e riceve la definitiva spinta quando Jrue Holiday (partita pessima, non la prima dei suoi Playoffs), lanciato verso il ferro, subisce il fallo numero 6 di Booker che però viene inspiegabilmente non sanzionato da una terna arbitrale che rischia grossissimo col mancato fischio. Giannis però è lì e corregge a rimbalzo per il -1 sul 95-94. Che diventa +2 con la tripla in transizione di un ottimo Connaughton che si prende tutti i tiri che la difesa gli concede sugli scarichi, senza paura. Booker ha ancora idee diverse e pareggia di tabella a quota 97 per il suo terzo quarantello in post-season, come solo Wilt Chamberlain e Rick Barry avevano fatto. Middleton però prima riaggancia a 99, poi segna il canestro del 101-99 che prepara il tappeto alla giocata del match.
La stoppata di Giannis
Phoenix gioca il pick and roll, DeAndre Ayton taglia benissimo e quando gli viene alzata la palla sembra pronto a schiacciarla a due mani al ferro. Purtroppo per lui sulla sua strada c’è Giannis Antetokounmpo, che stoppa il tentativo di bimane volante del centro con una giocata che ricorda quella di LeBron James alle Finals 2016 e quella di Adebayo su Tatum nella bolla di Orlando, e lancia in contropiede Middleton per il 103-99 che chiude la sfida, dopo la girandola dei liberi, sul 109-103.
Finisce coi due protagonisti della partita abbracciati dopo una partita che poteva valere praticamente il titolo di Phoenix e che invece vede la serie sul 2-2 e l'inizio di una mini-Finals su 3 partite, due delle quali si giocherebbero in Arizona (la prossima gara 5 e l'eventuale gara 7). Con le due squadre autrici finora di 693 (Bucks) e 692 (Suns) punti segnati nelle 4 gare giocate, prevedibile vedere ancora tanto equilibrio e sfide ad altissimo tasso di agonismo. Phoenix torna a casa col rimpianto di aver avuto tante chance di chiudere la partita e la serie o di rientrare comunque dopo che Milwaukee aveva messo il naso avanti. Tradita sul più bello da un Chris Paul da 5 palle perse, compresa quella decisiva, non resta che sperare nella reazione d'orgoglio del campione per non lasciare, di nuovo, Devin Booker unico a predicare nel deserto.