Meyers Leonard sospeso dalla NBA per un insulto antisemita in diretta social
"L'NBA condanna inequivocabilmente ogni forma di incitamento all'odio. Abbiamo appreso del video e in questo momento stiamo ancora raccogliendo informazioni sulla cosa". Così il portavoce dell'NBA, Mike Bass, ha commentato l'episodio che ha portato alla sospensione a tempo indeterminato del lungo dei Miami Heat, Meyers Leonard, colpevole di aver utilizzato durante una diretta su Twitch mentre giocava a Call of Duty (Leonard è, o almeno era, tra i giocatori NBA più attivi sulla piattaforma dove sfida spesso i suoi fan) un termine antisemita per offendere un avversario. Nel giro di pochissimi minuti la macchina social ha divulgato il video in questione e prima la lega, poi la franchigia, hanno immediatamente sospeso il giocatore avviando ulteriori indagini la cui chiusura è prevista a stretto giro considerata l'evidenza della situazione.
Il termine in questione ("kike"), di cui Leonard ha sostenuto non conoscere il significato nello scusarsi dopo i comunicati di NBA e Miami, è spesso usato nella destra antisemita americana per offendere gli ebrei e come prevedibile il polverone scatenatosi nel tam-tam mediatico post-diretta ha avuto gravi conseguenze per il lungo. Sotto contratto con diverse aziende di gaming online di cui è volto da anni, Leonard si è visto ricevere il benservito da tutte le compagnie e in questo momento anche il rinnovo coi Miami Heat (che a luglio potranno decidere se esercitare o meno una team option da oltre 10 milioni di dollari) appare molto a rischio, a maggior ragione considerato il fatto che la famiglia proprietaria storica della franchigia (gli Arison, soci di maggioranza della Carnival Cruises) sono di origine ebrea.
Franchigia che non ha esitato a farsi sentire "I Miami Heat condannano con forza l’uso di ogni forma di incitamento all’odio. Le parole usate da Meyers Leonard sono sbagliate e non tollereremo un linguaggio odioso da parte di chiunque sia associato alla nostra franchigia. Sentirlo da un giocatore dei Miami Heat è particolarmente deludente e doloroso per tutti quelli che lavorano qui, così come per la comunità più grande del sud della Florida, dei Miami Heat e della NBA".
Le scuse social di Leonard
Tramite Instagram, Leonard ha pubblicato un messaggio di scuse subito dopo la notizia della sospensione: "Sono estremamente dispiaciuto per aver usato un epiteto anti-semita durante la live ieri. Pur non sapendo il significato di quella parola la mia ignoranza sulla sua storia e su quanto sia offensiva per la comunità ebrea non è per niente una scusa: ho sbagliato. Ora sono più consapevole del significato e mi sono già mosso per cercare l’aiuto delle persone che possono educarmi su questo tipo di odio e come combatterlo. Ammetto il mio errore e non cerco di fuggire da qualcosa che è così doloroso per le altre persone. Questa non è ciò che sono e voglio scusarmi con gli Arison, i miei compagni di squadra, i nostri tifosi e tutte le persone che ho ferito nella comunità ebrea. Prometto di migliorare e so che le azioni che compirò in futuro saranno molto più potenti dell'utilizzo che ho fatto di questa parola"
Il futuro del giocatore
A 30 anni, out da mesi per l'operazione subita alla spalla e con un contratto in scadenza, è molto difficile che Miami decida di esercitare l'opzione e trattenere Leonard anche il prossimo anno. La squadra di Pat Riley, che si è ripresa dopo un pessimo inizio di stagione, è a caccia di quello che potrebbe essere il rinforzo decisivo per competere contro la corazzata Brooklyn, fresca di addizione di Blake Griffin e lascerà molto presumibilmente liberi di accordarsi con altre squadre sia Leonard che Iguodala (la cui opzione è anche più alta, 15 milioni) per poi aggredire il mercato dei free-agents. In alternativa, è molto probabile che il GM stia già sondando i nomi dei giocatori disponibili e messi sul mercato (Victor Oladipo, Nikola Vucevic, PJ Tucker, Kevin Love, Terrence Ross sono solo alcuni tra i potenziali obiettivi della squadra) per provare a essere competitivi da subito e tornare a battagliare per arrivare alle Finals NBA. Quello che sembra pressochè certo è che nei prossimi anni la scalata all'anello di Miami avrà un protagonista in meno.