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La morte di Kobe Bryant, star NBA, e di sua figlia

Los Angeles Lakers, emozioni e lacrime per la prima partita dopo la morte di Kobe Bryant

Serata da brividi allo Staples Center di Los Angeles, per la prima partita dei Lakers dopo la morte di Kobe Bryant, leggenda della squadra gialloviola. Emozioni a non finire, per il ricordo dello sfortunato campione deceduto con la figlia Gianna Maria nel tragico incidente in elicottero di domenica scorsa. Dalle 20mila maglie con il numero e il nome dell’immenso cestista indossate dagli spettatori, al discorso in lacrime del suo “erede” e amico Lebron James, fino alle immagini e alle parole di Black Mamba che sono state trasmesse sugli schermi del palazzetto. Giocatori e spettatori, hanno dimenticato colori e rivalità per rendere un commosso tributo al gigante del basket.
A cura di Redazione Sport
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Serata da brividi allo Staples Center di Los Angeles, per la prima partita dei Lakers dopo la morte di Kobe Bryant, leggenda della squadra gialloviola. Emozioni a non finire, per il ricordo dello sfortunato campione deceduto con la figlia Gianna Maria nel tragico incidente in elicottero di domenica scorsa. Dalle 20mila maglie con il numero e il nome dell’immenso cestista indossate dagli spettatori, al discorso in lacrime del suo “erede” e amico Lebron James, fino alle immagini e alle parole di Black Mamba che sono state trasmesse sugli schermi del palazzetto. Giocatori e spettatori, hanno dimenticato colori e rivalità per rendere un commosso tributo al gigante del basket

Prima partita dei Lakers dopo la morte di Kobe Bryant, emozioni forti allo Staples Center

I Los Angeles Lakers in occasione della sfida contro i Portland Trail Blazers hanno preparato una maglia per ognuno dei 20mila spettatori presenti allo Staples Center: metà con il numero 8 e metà con il numero 24, ovvero quelli indossati da Bryant durante la sua carriera in gialloviola. A bordocampo, poi ecco due casacche special: ovvero quelle per ricordare Black Mamba e sua figlia proprio nei posti da loro occupati, con tanto di bouquet di fiori. Tanti i momenti toccanti della serata, con i giocatori che spesso e volentieri si sono lasciati andare alle lacrime, anche durante l’annuncio: hanno indossato tutti la canotta 24 e sono stati annunciati con il nome di Kobe. E poi video, i momenti celebrativi, con un collage di interviste del leggendario campione, fino al toccante discorso in lacrime di Lebron James. Alla fine la partita (che ha visto gli ospiti avere la meglio nonostante l'assenza di Carmelo Anthony che non se l'è sentita di giocare) è passata in secondo piano.

La gara rinviata dopo la notizia della morte di Bryant

La partita tra i Clippers e i Lakers era stata rinviata su richieste del club di Los Angeles. "I ragazzi non sono pronti", era stata la versione fornita dalla società scandita dalle immagini dei giocatori disperati e in lacrime. Nessuno poteva esserlo. Ecco perché, a distanza di qualche giorno dalla sciagura, quella con Portland non è stata una gara come tutte le altre, non poteva esserlo. In campo e sulle tribune la commozione ha preso il sopravvento anche sull'aspetto agonistico. Era come se Kobe fosse ancora lì, in mezzo alla folla, in mezzo alla sua gente, accanto ai compagni di squadra di una vita, con la sua divisa addosso. Era come se fosse lì, seduto a meno di un metro dal rettangolo di gioco per seguire lo spettacolo di cui tante volte era stato protagonista.

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La commozione di LeBron James e dei Lakers

A LeBron James, che ha promesso al mondo e soprattutto al suo amico scomparso che farà di tutto per raccogliere la sua eredità, è sembrato di vederlo (ancora) nei pressi della riga. A sorridergli, a battere il cinque, a complimentarsi con lui proprio come fatto quando – poche ore prima dell'incidente – lo aveva scavalcato nella classifica dei migliori realizzatori di sempre della NBA. Un dolore immenso ha stretto tutti, dai giocatori al pubblico, in un unico grande abbraccio nel ricordo di "Black Mamba", della piccola Gianna Maria che amava il basket come suo padre, della moglie Vanessa e della famiglia devastata dalla tragedia.

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Gli omaggi alla memoria di Kobe e alle vittime

In pellegrinaggio, silenziosi e in lacrime. Così nei giorni scorsi molte persone si sono recate davanti allo Staples Center di Los Angeles per portare il loro saluto a Bryant ed alle vittime. Tanti gli omaggi da brivido dedicati all'ex campione, ritratto nei graffiti che hanno affrescato i muri delle città in America come in altre città del mondo. Tanti coloro che hanno lasciato fiori e acceso candele nei pressi dell’abitazione di Kobe. Impossibile non dedicare un ricordo all'ex stella della NBA, qualunque fosse il campo.

In America l'All Star Game andrà in scena per la prima volta con il nuovo format cambiato proprio in onore di Bryant. "Black Mamba" entrerà nella Hall of Fame con la classe del 2020. Lo ha annunciato il presidente della Hall of Fame, Jerry Colangelo. Insieme all'ex stella dei Lakers anche Tim Duncan e Kevin Garnett.

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In Italia la Fip ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi e in ogni categoria nelle gare dell'intera settimana. Bello il tributo del Milan a San Siro in occasione della gara di Coppa Italia e dell'Olimpia Milano a ridosso della sfida di Eurolega. Il Comune di Reggio Emilia ha deciso di intitolare a Bryant la nuova piazzetta che si affaccia su Via Guasco, la strada del palazzetto dello sport.

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L'incidente in cui sono morti Bryant, la figlia e altre 7 persone

Lo schianto nel quale hanno perso la vita Kobe Bryant e la figlia 13enne, Gianna Maria, è avvenuto il 26 gennaio scorso a Calabasas, nella contea di Los Angeles. Nell'incidente hanno perso la vita altre 7 persone: il pilota di origini armene Ara ZobayanJohn Altobelli, 56enne ex giocatore di baseball ed ora allenatore dell'Orange Coast College con la figlia Alyssa (coetanea e compagna di squadra di Gianna Maria alla Mamba Academy) e la moglie KeriChristina Mauser, assistente allenatrice di pallacanestro della Harbour Day School; Sarah e Payton Chester, mamma e figlia residenti a Orange Country.

Secondo l'ultima ricostruzione fatta dagli inquirenti l'elicottero a bordo del quale viaggiavano le 9 vittime non poteva volare in condizioni di scarsa visibilità perché la compagnia proprietaria era dotata della certificazione a operare in base alle norme del "volo visivo" e non "strumentale".

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