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L’Olimpia Milano è diventata finalmente la squadra di Ettore Messina

La Coppa Italia ha confermato una volta di più il gap tra l’Olimpia Milano e tutte le altre squadre. Un dominio, quello di squadra di Ettore Messina, che parte dalle metà campo difensiva e da un progetto incentrato su aggiunte vincenti e di carisma dal mercato. Oggi, l’Olimpia è tra le migliori squadre d’Europa.
A cura di Luca Mazzella
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L'Olimpia Milano archivia le Final Eight 2021 mettendo in bacheca la settima Coppa Italia della sua storia. Un successo che arriva dopo una quattro giorni di dominio totale, con uno scarto medio di 29 punti nelle tre sfide giocate contro l'Unahotels Reggio Emilia, la Reyer Venezia e la finalissima di ieri contro la Victoria Libertas Pesaro, in una sfida dal sapore vintage vista la gloriosa storia delle due società. La cavalcata trionfale della squadra di Ettore Messina, oltre a mettere a nudo l'attuale incolmabile distacco tra l'Olimpia e tutte le altre società che proprio in una competizione da dentro-fuori potevano avere una chance di portare a casa la vittoria restando invece schiacciate da Rodriguez e compagni, ha ulteriormente dimostrato come, dal 12 giugno 2019 giorno in cui l'ex assistente di Gregg Popovich in quel di San Antonio si è insediato come Presidente e allenatore della squadra, ci troviamo finalmente di fronte al compimento tecnico e tattico del progetto milanese.

Un roster che, con innesti mirati di giocatori di esperienza dal curriculum vincente, assomiglia finalmente in tutto e per tutto al suo allenatore. Che ha reso Milano inarrestabile e troppo più forte delle rivali prima di tutto nella metà campo difensiva, dove la possibilità di avere a disposizione praticamente due quintetti ha consentito nei mesi di creare una rotazione continua di giocatori sul parquet ai quali è possibile chiedere il massimo sacrificio nella propria metà campo, marchio di fabbrica del coach siciliano (con 75.4 punti subiti a partita, Milano arrivava alle Final Eight con la miglior difesa della lega).

Le prospettive in campionato

Oggi, a maggior ragione dopo una competizione che doveva misurare il gap tra Milano e le dirette rivali (su tutte Virtus Bologna, Reyer Venezia e Dinamo Sassari, lasciando in sospeso il giudizio su una HappyCasa Brindisi giunta al Forum con troppe defezioni), è impossibile pronosticare una vincitrice diversa dall'Olimpia a fine anno, a maggior ragione considerando serie Playoffs in cui gli avversari non potranno certo contare sulla partita secca ma dovranno imporsi "sulla distanza" contando su rotazioni decisamente meno folte di quelle meneghine.

Il messaggio che la squadra ha voluto lanciare in Coppa, giocando praticamente dal primo all'ultimo minuto senza concedersi tregua e distrazioni nemmeno a risultato acquisito, è proprio quello di totale predominio, non lasciando alcun margine anche emotivo agli avversari per sperare nel colpaccio. In questo, la maestria di Messina che ha iniziato il torneo giovedì contro Reggio Emilia chiamando, in una scena che ha ricordato una consuetudine di Popovich, un time-out dopo appena minuti, ha tenuto alta la tensione dal primo all'ultimo giorno, per passare ai suoi giocatori il coretto messaggio di una missione da portare a termine nel più eloquente e netto dei modi.

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Il cammino in Eurolega

Con un record di 15-8 attualmente l'Olimpia occupa il terzo posto nella regular season di Eurolega, alle spalle di Barcellona e Cska Mosca e davanti a squadre sulla carta più attrezzate come il Real Madrid e il Fenerbahce, e mai come quest'anno sembra avere tutte le carte in regola per arrivare in fondo in una competizione che da anni non la vede protagonista nonostante gli investimenti e la progettualità del patron Giorgio Armani, che non ha mai fatto mistero di puntare alla Coppa continentale in un lento ma progressivo avvicinamento ai top teams europei.

Il banco di prova delle Final 8, nelle prime sfide di stagione a eliminazione diretta dopo la Supercoppa di inizio anno (anche in quel caso dominata), ci consegna una squadra pronta, cinica e dotata delle giuste individualità anche per gestire i momenti più critici di partita, su tutti Gigi Datome, Sergio Rodriguez e Kyle Hines, giocatori dalla bacheca ricca di successi e elementi imprescindibili nello scacchiere di Messina, che si affida a loro nei momenti più difficili (spesso costruendo le sue fortune proprio sul pick and roll tra lo spagnolo e il centro americano, con possibile scarico a Datome in angolo a seconda delle rotazioni difensive) ottenendo sempre le giuste risposte.

Dopo anni di delusioni e investimenti risultati poi vani, l'Olimpia è davvero pronta a puntare alle Final 4 di Eurolega e a non recitare il ruolo di comparsa.

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