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Lebron, Steph Curry, i Knicks e tutti i record della stagione NBA 2020/21

Il 2020/21 NBA si chiude con un finale di stagione incredibilmente acceso dalla lotta play-in e con un numero importantissimo di record battuti. Tra soliti noti, squadre nella miglior annata di sempre e intrusi a sorpresa capaci di prendersi una posizione di tutto rispetto nella storia di questo gioco.
A cura di Luca Mazzella
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La stagione regolare 2020/21 si è definitivamente conclusa ieri, con l'ultima abbuffata di partite NBA. All'orizzonte, il torneo play-in per decretare settima e ottava piazza delle due Conference e, dal 22 maggio, si inizia sul serio coi Playoffs e le magnifiche 16 impegnate nella scalata all'anello NBA. È stata una stagione diversa dalle altre, in primis per il numero di partite giocate (72 contro le solite 82) e in subordine per il calendario iper fitto e i back-to-back che hanno decimato diverse squadre e causato infortuni su infortuni. Di positivo, proprio la conferma del torneo play-in ha dato senso a tutte le fare delle ultime settimane, considerate le 20 squadre su 30 praticamente in lotta per i rispettivi piazzamento fino all'ultima sirena.

Per molti giocatori, alcuni "scontati" altri sorprendentemente ad alti livelli nonostante difficoltà strutturali, altri ancora totalmente nella stagione della vita, il 2020/21 è stato un anno sportivo da ricordare. Ecco i 10 record che la stagione regolare porta con sé:

LeBron James: 17 stagioni consecutive da 25 punti a partita

Al "Re", nella stagione più sfortunata della sua carriera in termine di partite giocate, bastavano 24 punti per chiudere il 2020/21 a 25 punti di media. Detto-fatto: da ieri notte il 23 di Akron ha disputato 17 stagioni consecutive segnando almeno 25 punti di media a partita: un numero impressionante se si considera che subito dopo di lui il diretto inseguitore è un gruppo formato da Kevin Durant, Michael Jordan, Kobe Bryant e Karl Malone. James, in questo momento, è a 3.020 punti dal primo posto assoluto di Kareem Abdul-Jabbar come miglior marcatore della storia NBA.

Steph Curry: 32.0 punti di media, miglior marcatore stagionale

Con una rimonta pazzesca fatta di prestazioni leggendarie in un aprile già passato alla storia NBA, Steph Curry ha superato Bradley Beal proprio nelle ultime settimane di RS, consacrandosi a 32.0 punti di media come il miglior marcatore di stagione. A 33 anni compiuti, Steph è il giocatore più anziano di sempre a riuscirci dopo un certo Michael Jordan. Steph ha anche chiuso con 30 punti, 5 rimbalzi, 5 assist e 5 triple a partite: il secondo a riuscirci dopo…sempre lui, nel 2015/16. Il premio per questa scalata? L'ottava piazza a Ovest, che vale lo scontro diretto proprio con LeBron James nel primo turno play-in.

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Kyrie Irving: club del 50-40-90

50% dal campo, 40% da tre, 90% ai liberi. Dopo Larry Bird (che ci è riuscito due volte), Mark Price, Reggie Miller, Steve Nash, Dirk Nowitzki, Steve Nash (in quattro occasioni), Kevin Durant, Stephen Curry e Malcolm Brogdon, alla lista da ieri si è aggiunto Kyrie Irving. E chi pensava di vederne la copia sbiadita rispetto al favoloso giocatore dei Cavs vista a Boston si sbagliava: i Brooklyn Nets hanno tremendamente bisogno di Uncle Drew, soprattutto nelle vesti di scorer al fianco di James Harden point-guard. Tutto questo avviene nella squadra di Kevin Durant. Insomma, auguri a tutti.

Russell Westbrook in tripla doppia: e al massimo di assist da 26 anni

Si, leggere di Westbrook in tripla doppia di media non fa più notizia e già questo basta per inquadrare la straordinarietà di un giocatore capace di rendere "normale" una statistica che non si verificava da più di mezzo secolo con Oscar Robertson. Per il numero 2 di Washington è la quarta stagione chiusa con almeno 10 punti, 10 rimbalzi e 10 assist ma c'è di più. Questi ultimi (11.7 a partita) sono il massimo in NBA dal 1994/95, quando a registrare un numero così alto fu John Stockton.

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Chris Paul come il vino: più invecchia…

36 anni lo scorso maggio, e CP3 non vuole smettere di sorprendere. Nell'ennesima squadra portata ai massimi livelli della sua carriera, i brillanti e ambiziosi Phoenix Suns, l'ex Rockets ha chiuso col 49.9 dal campo, il 39.5 3 da tre e il 93.4 ai liberi (migliore in NBA), mancando per pochissimo il club 50-40-90. Più gli anni passano, più Paul trova il modo di dominare comunque su un campo di basket. Eterno.

La metamorfosi dei New York Knicks

I Knicks versione 2020/21 resteranno a lungo una delle migliori versioni della squadra della Grande Mela. No, non è tanto il quarto posto a Est a rendere memorabile la stagione, quanto constatare da che livello e da che certezze partisse la squadra che Tom Thibodeau, senza sostanziali aggiunte dal mercato, ha reso pronti-via un team dalle spiccate caratteristiche difensive e tra i più rognosi da affrontare quest'anno. Anzi, ci si può sbilanciare, il più rognoso in assoluto. New York è passata dall'essere la 18esima squadra NBA per punti concessi agli avversari alla prima, dalla 27esima (peggiore) per percentuale dal campo concessa ai rivali ogni notte alla…prima. E ancora: dalla 28esima per percentuale da tre degli avversari alla…prima, e dal 23esimo defensive rating della lega al quarto assoluto. Una rivoluzione che parte dalla propria metà campo e viene completata in attacco da Julius Randle, Derrick Rose e RJ Barrett.

I migliori Jazz di sempre

Si, stona da dire perchè nella mente di tutti gli appassionati c'è, naturalmente, Stockton-to-Malone. Eppure la versione degli Utah Jazz 2020/21 passerà alla storia della franchigia come quella col miglior record NBA (52-20), la prima a chiudere al primo posto a Ovest che a Salt Lake non si vedeva dal 1998. Un record che arriva grazie ad un altro record: in tutte le 72 gare giocate infatti, la squadra di Snyder ha sempre segnato almeno 10 tiri da tre. È la prima volta che una squadra è capace di farlo nella storia NBA.

Julius Randle e Nikola Jokic tra i Giganti

Uno sarà molto presumibilmente il Most Improved Player dell'anno, l'altro l'MVP. E i numeri dicono che sarà giusto così: Randle e Jokic chiudono ad almeno 24 punti, 10 rimbalzi e 6 assist il 2020/21, numeri nella storia visti fare solo a Oscar Robertson, Wilt Chamberlain, il solito Larry Bird e Russell Westbrook. Sempre sui due lunghi: l'asso dei Knicks ha giocato più di tutti in stagione in termini di minutaggio: 2667 minuti totali. Nikola Jokic, invece, è sceso in campo per 72 partite su 72. Niente male per un giocatore che nei primi anni di carriera è stato criticato proprio per la tenuta fisica.

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Tony Snell a sorpresa!

Si, al grande pubblico un nome certamente poco noto: parliamo di un giocatore da poco più di 6 punti a partita in 8 anni di NBA. Ma il 2020/21, incredibilmente, porterà anche il nome di Tony Snell alla voce record storici. Ricordate il 50-40-90 di sopra? Ecco, il californiano degli Atlanta Hawks ha fatto ancora di più: 50% dal campo, 50% da tre, 100% ai liberi. Vedere i numeri totali fa sorridere, ma su un minimo di 100 tentativi dal campo non ci sono eguali nel libro dei record della lega. Snell ha segnato 88 tiri dal campo su 171, 109 dei quali da tre. E di quest'ultimi, ne ha trasformati 62 aggiungendo poi un 11/11 ai liberi nelle 47 partite giocate che lo rendono il miglior giocatore con cui chiudere un pezzo dedicato ai record 2020/21. Un intruso, a tutti gli effetti.

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