LeBron sempre più nella storia: arriva un record mai fatto prima in NBA
Che questa stagione potesse diventare con il passare delle settimane un mix di sconfitte, polemiche e frizioni continue non lo si poteva prevedere nemmeno nella più nefasta delle previsioni, eppure il 2021/22 dei Los Angeles Lakers, anche ieri notte sconfitti malamente contro i Phoenix Suns con un 140-111 che pochi dubbi lascia sulla pochezza difensiva della squadra allenata (per ora) da Frank Vogel, si sta rivelando nella sua parte finale un one-man show con al centro il solo LeBron James, che sera dopo sera sta polverizzando tutti i record umanamente possibili per un giocatore della sua età e longevità nella lega, sulla strada che conduce al sempre più vicino raggiungimento e superamento dei 38.387 punti segnati in carriera da Kareem Abdul-Jabbar. Primo posto all-time che dista oggi circa 1.500 punti e che a breve verrà ulteriormente avvicinato con il sorpasso al secondo posto di Karl Malone, ormai nel mirino e raggiungibile con 104 punti.
Con un assist in transizione per la tripla di Carmelo Anthony dopo una finta e un palleggio a mandare fuori ritmo il difensore, il nativo di Akron è diventato il primo e unico giocatore nella storia NBA a collezionare almeno 10.000 punti, almeno 10.000 rimbalzi e almeno 10.000 assist in carriera. Un traguardo incredibile se si pensa anzitutto che per quanto riguarda i punti, The Chosen One viaggia spedito non solo verso il sorpasso ai 38.000 di Kareem, ma anche a una quota 40.000. Una cifra assolutamente alla portata se si considera il suo attuale stato di forma e la volontà di James di giocare almeno una stagione al fianco del figlio Bronny, attendendo quindi il suo approdo in NBA prima di appendere le scarpette al chiodo.
Il traguardo toccato nella notte appare ancora più incredibile se si pensa che da quando l'NBA esiste i giocatori in grado di superare quota 10.000 punti sono stati appena 381, ma restringendo ulteriormente il campo a 10.000 punti e 10.000 rimbalzi ne sopravvivrebbero appena 36, e addirittura sono solo 7 quelli che possono vantare 10.000 punti e 10.000 assist in carriera. Uno solo, da ieri notte, appartiene quindi al club della "tripla 10k", ed è il Re. Che dopo una settimana con due partite da 56 e 50 punti che lo hanno reso il più anziano giocatore di sempre a inanellare due prestazioni da 50 o più punti a 37 anni compiuti, si prende l'ennesimo record dal retrogusto amaro della sua 19esima stagione NBA.
Le responsabilità di LeBron nel fallimento Lakers
Il 2021/22 dei campioni NBA nella bolla di Orlando, almeno sulla carta, era partita con la promessa di James di lottare per il suo secondo anello in giallo-viola, salvo sfociare in continue difficoltà di convivenza tecnica e tattica con quel Russell Westbrook fortemente voluto e a quanto pare "individuato" proprio dalla coppia James-Davis come terzo tassello per mettere i Lakers alla pari con le altre corazzate della lega. Con una difesa inesistente – complice anche le rinunce fin troppo a cuor leggere di giocatori come Alex Caruso e Kentavious Caldwell-Pope, il primo non rifirmato e il secondo inserito nel pacchetto per Westbrook – unita a un attacco che continua nonostante tutto a dipendere dalla vena di James, unico giocatore in grado di creare vantaggio per sé e per gli altri dal palleggio (il sempre positivo Malik Monk si sta rivelando un sorprendente scorer ma difetta evidentemente di creazione di gioco, che potrebbe portare il solo Kendrick Nunn lungodegente del reparto infermeria), la seconda star della squadra Anthony Davis continuamente alle prese con infortuni e un Westbrook (22% da 3 nel 2022, 9% dalla pausa All-Star Game) evidentemente sfiduciato da coaching staff, compagni e anche tifosi (alcuni dei quali arrivati finanche a minacciare di morte sia lui che la moglie), la stagione 2021/22 sta regalando come uniche gioie quelle relative ai traguardi del Re, attrazione principale ma per certi versi anche responsabile numero 1 della debacle della franchigia, che ha preferito a mosse funzionali sul mercato una rivoluzione poco necessaria e anche mal ponderata, ma caldeggiata dall'ingombrante figura di LeBron, nelle vesti di superstar e diretto consigliere della dirigenza. Un limite, questo, emerso più volte nella sua carriera e già in passato sfociato nei medesimi errori di valutazione rispetto a trade e firme di grido dimostratesi poi non funzionale se non addirittura dannose nella costruzione di un progetto vincente.
Gli errori da non ripetere in futuro
Nonostante oggi trovarsi di fronte il duo James-Davis da ottava qualificata in post-season (dopo un play-in tutto da giocare) sia un rischio che nessuno vorrebbe correre, immaginare che le carenze di questa squadra possano trovare rimedio nella sola fenomenale pallacanestro di due singoli appare come utopistico. Con le dovute precauzioni, dato che si parla sempre di quello che per molti è il più forte giocatore mai esistito, il 2022 di LeBron James si chiuderà quindi con una serie di record e traguardi individuali ad addolcire una amarissima pillola per un fallimento già annunciato e che in parte rischia di macchiare, almeno agli occhi dei suoi più acerrimi nemici, la legacy giallo-viola. In attesa, ovviamente, di essere smentiti sin da aprile o al più il prossimo anno. Quando la rivoluzione, non facile viste le macerie contrattuali da ripulire, sarà necessaria per non predicare nuovamente nel deserto e accontentarsi dei numeri personali rispetto alle vittorie.