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LeBron James nella storia: è il miglior marcatore di sempre in NBA tra stagione regolare e Playoffs

Grazie ai 26 punti segnati nella sfida persa 117-115 contro i Golden State Warriors il giocatore dei Lakers ha superato Kareem Abdul-Jabbar per punti totali realizzati.
A cura di Luca Mazzella
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Terzo quarto della partita di stanotte contro i Golden State Warriors, con Steph Curry e soci che conducono per 75-71. Anthony Davis ha la palla in punta, serve LeBron James in posizione di guardia e sulla cui marcatura non si intendono Andrew Wiggins e Jonathan Kuminga. Il numero 6, senza esitare, lascia andare una tripla che entra e che ha una valenza storica. Leggendaria, anzi, perché è la tripla che vale il sorpasso a Kareem Abdul Jabbar per punti totali segnati nella storia NBA tra regular season e Playoffs.  L'NBA esiste dal 6 giugno del 1946 e da qualche ora nessuno ha quindi all'attivo più punti di LeBron Raymone James.

Coi 26 punti segnati in una partita su cui pesano però irrimediabilmente i suoi errori ai liberi a 2.4 secondi dalla fine (tre tentativi che se segnati avrebbero portato il punteggio in parità, sbagliato il primo e sbagliato volutamente il terzo nel tentativo di segnare poi a rimbalzo), il nativo di Akron si è issato a quota 44.157 punti, 8 in più di Jabbar con 180 partite in meno giocate, e in una classifica che completare il podio a Karl Malone, a quota 41.689, seguito da Kobe Bryant e Michael Jordan.

Il vero sorpasso a Kareem, tuttavia, è ancora tutto da effettuare però: limitando il discorso alla sola stagione regolare infatti – per la prassi tutta americana di dare maggior valore a quest'ultima dal momento che tutti la disputano a differenza dei Playoffs – come per ogni record storico della lega, a James mancano circa 1400 punti per diventare il record-man all-time. Numeri che, viaggiando alle cifre attuali (29.1 punti di media a partita, secondo solo alla coppia Kevin Durant-Joel Embiid con 29.3) gli consentirebbero di superare la leggenda NBA in 65 partite, tra questa stagione e la prima metà della prossima. Volando più bassi, sarebbero sufficienti appena 20 punti a gara nelle prossime 95 da disputare per assicurarsi il primato.

I Lakers intanto sono in crisi profonda

Cifre assolutamente alla portata di un giocatore che si gode a metà l'ennesimo record infranto, dal momento che i suoi Lakers continuano a perdere e vivono un momento di profonda crisi tecnica che porterà verosimilmente a scelte drastiche sia per quanto attiene la panchina, che per lo stesso roster creato in estate, con Russell Westbrook già sulla graticola nelle ultime ore di mercato (tutti gli scambi sono naufragati per la riluttanza dei giallo-viola ad inserire in trattativa la prima scelta 2027) e enigma da risolvere quanto prima per non fallire l'obiettivo minimo di disputare almeno il torneo play-in garantendosi tramite questo l'accesso alla post-season, obiettivo non derogabile se in squadra vanti la coppia LeBron James-Anthony Davis.

Il nono posto con un margine rassicurante sull'undicesimo dei Pelicans ad oggi tiene almeno accese le speranze di prolungare la stagione, ma ipotizzare che i problemi strutturali di questa squadra possano risolversi senza rivoluzioni e con le sole possibili aggiunte dal mercato dei buyout (i giocatori tagliati dalle varie franchigie) è pura utopia. A questo gruppo servirebbe un miracolo che nemmeno il miglior marcatore di sempre – per giunta complice nella costruzione scellerata di questo roster – può compiere. Non resta quindi che godersi questi record con un sorriso a metà, nella consapevolezza che un giocatore del genere non ripasserà più.

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