Le 5 favorite al titolo NBA 2021/2022
19 ottobre 2021 – 10 aprile 2022. Mancano praticamente due mesi all'inizio della stagione regolare NBA, ma le mosse di mercato delle squadre, tra trade, conferme e aggiunte di comprimari che potrebbero rivelarsi essenziali, consentono già di delineare un primo ipotetico ranking delle favorite all'anello. Ecco quindi le 5 candidate al titolo, in attesa di eventuali nuovi scossoni (da seguire le situazioni di Ben Simmons e Damian Lillard su tutte):
1) Brooklyn Nets
Essere arrivati praticamente a un centimetro dalle finali di Conference (contro gli Atlanta Hakws che presumibilmente avrebbero battuto senza troppi patemi) senza James Harden e Kyrie Irving e di fatto con un Kevin Durant reduce da un'annata ricca di piccoli problemi fisici è il miglior biglietto da visita possibile per la squadra di Steve Nash. Che ritrovati i suoi Big 3 al meglio della forma, con la preziosissima aggiunta del fresco bronzo olimpico Patty Mills, le conferme di utilissimi gregari come Blake Griffin e la permanenza dello specialista Joe Harris si candidano senza mezzi termini e salvo nuovi problemi fisici a un'annata da protagonisti assoluti. L'assenza nello staff tecnico di Mike D'Antoni, prezioso assistente di Nash e per molti mente delle spaziature offensive di una squadra che nei rari momenti di integrità di tutti i suoi migliori giocatori si è dimostrata una vera e propria corazzata, potrebbe in parte creare qualche grattacapo almeno sulla carta. La verità però è che l'affiatamento di KD, Harden e Irving anche fuori dal campo sembra un messaggio a tutte le altre contender: quest'anno si deve passare sul corpo dei Nets per arrivare all'anello.
2) Los Angeles Lakers
Ai giallo-viola basterebbero teoricamente i due signori in foto al top della forma per avere reale ambizioni di bissare l'anello 2019. E nell'ottica di preservarli al massimo durante la stagione regolare e sgravarli in parte dalle tante responsabilità offensive la dirigenza ha deciso di rischiare grosso mettendo in piedi una blockbuster trade per regalarsi Russell Westbrook. Mister tripla-doppia, statisticamente ancora pauroso per i canoni dell'attuale NBA e tornato al top della forma dopo una prima parte di 2020/2021 decisamente sottotono, avrà prima di tutto il compito di tenere in piedi la squadra fino ad aprile. Nel frattempo, coach Vogel sarà chiamato a trovare il giusto modo per far dialogare il numero 0 con le altre due superstar a roster e inserire i tanti gregari firmati nelle prime ore della free-agency dalla squadra, da Carmelo Anthony a Dwight Howard (un ritorno il suo), passando per Trevor Ariza, Malik Monk e Kendrick Nunn. Un cantiere aperto tutto da verificare, ma se parti dalla coppia probabilmente più forte della lega ancora oggi e aggiungi un altro sicuro Hall of Famer in grado di terminare un'altra annata in tripla doppia di media, non te la passi malissimo.
3) Milwaukee Bucks
L'anello da campioni NBA ci dice che non è più possibile sottovalutare la squadra di Giannis Antetokounmpo. Lo status ormai consolidato di superstar di Khris Middleton e Jrue Holiday, freschi di oro olimpico, garantisce a Mike Budenholzer un solido e collaudato terzetto su cui costruire un nuovo successo. Le aggiunte di Grayson Allen e Rodney Hood dal mercato allungano il roster e offrono possibili nuove varianti tattiche al team del Wisconsin, che perso PJ Tucker (Miami Heat) ritroverà finalmente Donte DiVincenzo e potrà contare sulle conferme di gran parte dei giocatori rivelatisi fondamentali nella scalata al titolo 2021: Brook Lopez, Bobby Portis, Pat Connaughton. La salute dei Big 3 dei Nets rischia di essere il fattore più importante per pesare le ambizioni di questi Bucks, ma la consapevolezza e l'autostima che arrivano dal 4-2 contro i Suns e dal prestigioso anello vinto appena 2 mesi fa non sono da sottovalutare. Senza più il peso di doversi imporre a tutti i costi Milwaukee giocherà con più leggerezza e molta meno pressione. E non partire più da favoriti e condannati al successo può avere la sua importanza.
4) Golden State Warriors
Qui c'è ovviamente un asterisco di nome Klay Thompson, ma vista la cautela con cui la dirigenza si sta muovendo nel non forzare il recupero del numero 11 e le buone sensazioni che lo stesso giocatore lascia trapelare (il rientro dovrebbe avvenire il 25 dicembre, una trentina di partite dopo l'inizio della regular season), ci sentiamo di essere fiduciosi del suo totale recupero. Con Thompson, Curry, Draymond Green e l'ormai acquisito quarto violino Andrew Wiggins, i Warriors fanno davvero paura. E a peggiorare (per le altre) la situazione ci sono le tante firme di contorno che hanno finalmente allungato la panchina di Steve Kerr, con il ritorno di Andre Iguodala unitamente alle firme di Otto Porter e Nemanja Bjelica, senza dimenticare la crescita di James Wiseman, su cui la franchigia ha dimostrato di voler puntare, e con gli inserimenti dei rookie appena scelti Jonathan Kuminga e Moses Moody. Insomma, con i Big 4 e un roster finalmente profondo è ora di rimettere Golden State nella posizione che le compete: contender, di nuovo.
5) Phoenix Suns
Una finale NBA non si raggiunge per caso e se il problema numero 1 dei Phoenix Suns all'inizio della scorsa stagione sembrava essere l'inesperienza di Booker e Ayton a certi livelli, la cavalcata 2020/2021 dovrebbe aver eliminato un bel po' di dubbi. I miglioramenti soprattutto del lungo, praticamente fattore sulle due metà campo fino a gara 3 delle Finals, lasciano ben sperare. Così come fa ben sperare la sapiente aggiunta di Landry Shamet, preso dal mercato in cambio di un pugno di mosche e pronto a essere armato dai sapienti polpastrelli di Chris Paul, che fresco di rinnovo quadriennale ha scelto di giocarsi in Arizona le residue speranze di anello. Il roster potrebbe ulteriormente essere rivisto con un altro paio di aggiunte dalla free-agency, ma il core arrivato fino a gara 6 contro i Bucks poi campioni NBA è tutto lì che grida vendetta e vuole dimostrare di non essere arrivato in fondo per caso.
Possibili sorprese
Da monitorare tre squadre su tutte: i Denver Nuggets al completo (con Jamal Murray, subito dopo l'aggiunta di Aaron Gordon, hanno giocato per due settimane il miglior basket della lega), i Los Angeles Clippers una volta rientrato Kawhi Leonard (e visto dove si è spinta la squadra senza di lui non è follia ipotizzarli in corsa fino alla fine), e i Philadelphia 76ers se dovessero riuscire a risolvere l'equivoco Ben Simmons una volta per tutte. Il tutto in attesa di nuove clamorose trade, che in NBA sono sempre dietro l'angolo.