L’annata da record di Joel Embiid. Numeri come Michael Jordan e Wilt Chamberlain: basterà per l’MVP?
L'eccezionalità di una stagione che in ogni caso passerà alla storia, per la sua carriera, per la franchigia in cui gioca e per l'NBA intera. La sfortuna, dall'altro lato, di trovarsi nella più combattuta annata di sempre per conquistare l'MVP, con due mostri del calibro di Nikola Jokic, vincitore del premio lo scorso anno, e Giannis Antetokounmpo, due volte Most Valuable Player nel 2019 e nel 2020, reduci da un 2021/22 di cui si parlerà per anni. In ogni caso, quando l'NBA decreterà il vincitore ci troveremo per l'ennesimo anno un non-europeo sul tetto del basket americano, e già questo è un dato particolarmente significativo. Ma per ovvie ragioni, tutte queste considerazioni a latere e la presenza di rivali come il centro serbo e l'ala greca non basterebbero comunque a saziare la voglia di Joel Embiid di portare casa la statuetta.
Il centro nativo di Yaoundé, Camerun, ha più volte espresso desiderio e obiettivo di vincere il premio di miglior giocatore della stagione e di argomenti a favore per avvalorare e supportare la sua candidatura, in realtà, ce ne sarebbero tanti. Il problema resta tuttavia pesare i suoi incredibili numeri con quelli dei rivali, in un'annata in cui giocatori come Devin Booker (che diventerebbe il 13esimo di sempre con almeno 25 punti, 5 rimbalzi, 5 assist e miglior record della lega, ma il primo a non essere MVP) o Luka Doncic o anche Ja Morant dovranno tuttalpiù accontentarsi di inserimenti nell'All-NBA, ma senza nemmeno lontanamente avvicinarsi a un premio che avrà pure un valore simbolico, ma al quale sembrano tenere davvero in tanti.
I numeri storici di Joel Embiid
Il 2021/22 di Joel, che ricordiamo aver iniziato a giocare a basket a 16 anni e quindi ben più tardi della quasi totalità dei suoi colleghi, essendo destinato da giovanissimo al calcio e al ruolo di portiere salvo essere notato in un camp dall’ex NBA Luc Mbah-a-Moutè, potrebbe riassumersi in una serie di record che probabilmente avrebbero spento ogni discussione in tutte le stagioni precedenti a proposito del favorito al premio. Il centro classe 94‘ ha vinto anzitutto la classifica marcatori NBA segnando 30.6 punti di media (ai quali ha aggiunto 11.7 rimbalzi e 4.2 assist, il massimo in carriera) e lasciandosi alle spalle LeBron James, il che è già da solo un dato di portata leggendaria.
L’ultimo centro a segnare almeno 30 punti di media era stato, nel 1981-82, Moses Malone, mentre in assoluto sono stati appena sei i big-men nella storia in grado di piazzarsi al primo posto per punti a partita. L’ultimo invece a vincere la classifica di miglior realizzatore dell’anno è stato, nel 2000, Shaquille O’Neal. Nessun giocatore nato al di fuori degli Stati Uniti era mai riuscito a consacrarsi miglior marcatore NBA. Se tutto questo vi sembra già impressionante, sappiate che siamo appena alla superficie.
Nella storia dei 76ers, nella storia NBA
Prima di Embiid gli unici due giocatori dei 76ers in grado di vincere la classifica marcatori erano stati Wilt Chamberlain e Allen Iverson, due Hall of Famer. Uscendo dalla Pennsylvania le 13 partite da 40 punti e 10 rimbalzi collezionate da Joel quest’anno sono il massimo delle ultime 40 stagioni di NBA. Un numero che diventa ancora più impressionante se si pensa che i minuti in campo sono stati appena 33.8 di media, il minimo giocato da un “capocannoniere” NBA dal 1955 ad oggi. Tenetevi forte ora, perché si scomodano gli dei: gli 0.83 punti al minuto segnati da Embiid in carriera hanno al momento superato addirittura gli 0.79 di Michael Jordan,dato più alto della storia tra i giocatori con almeno 300 partite disputate.
Una "sfortuna" di nome Nikola Jokic
Escludendo l'ipotesi di assegnazione doppia del premio (sarebbe la prima volta nella storia), l'ostacolo più grande di Embiid oggi si chiama Nikola Jokic, sulla cui storica stagione ci siamo già soffermati qualche giorno fa. Se ne facciamo infatti una questione di impatto sui risultati della squadra e sulla composizione stessa del roster di Denver Nuggets e Philadelphia 76ers, la portata del 2021/22 del serbo riesce addirittura a offuscare l'anno leggendario di Embiid: quasi 19 punti di differenza tra quando è in campo e quando è in panchina, contro i 10.2 del centro di Phila. Phila che, è bene ricordarlo, dispone dall'All-Star Game in poi di James Harden ma anche prima della trade per il Barba, pur vantando a roster un Ben Simmons mai utilizzato, ha avuto nel supporting cast formato da Seth Curry, Tyrese Maxey e Tobias Harris un validissimo contorno ai numeri del suo big-man.
Non può dirsi lo stesso per Jokic, che ha giocato un'annata intera senza accanto il secondo miglior giocatore della squadra ovvero Jamal Murray e perdendo ben presto anche il terzo, Michael Porter Jr. In termini di "valuable", almeno nell'accezione che quasi sempre l'NBA ha dato al premio, la disputa vedrebbe senza troppi patemi emergere l'MVP in carica per uno storico bis. Se però la lega vorrà valorizzare Embiid anche per l'elemento "novità" – spesso e volentieri ricercato dai media americani – di motivi validi per l'ex Kansas ce ne sono tantissimi. E in tutto questo, non abbiamo nemmeno nominato Giannis Antetokounmpo, che ha superato tante delle cifre valse il premio due volte di fila nel 2019 e nel 2020. Una cosa è certa: non invidiamo chi sarà costretto a votare quest'anno.