La reazione di LeBron quando Curry lo nomina portabandiera USA alle Olimpiadi: persino lui si scioglie
LeBron James ha appena saputo di essere stato scelto come portabandiera del Team Usa alle Olimpiadi di Parigi 2024. "Hai avuto questo onore, quindi potrai tenere alto il nostro drappo, amico mio", gli comunica Curry. Intorno ci sono tutti i giocatori della squadra maschile di pallacanestro, l'applauso scatta spontaneo. La prima reazione che ha la stella dei Los Angeles Lakers scandisce il senso dell'onore che la pervade sia per le belle parole pronunciate dal collega sia per l'orgoglio di avere un ruolo così importante nella cerimonia dei Giochi.
The Chosen One (il prescelto, mai soprannome fu più indovinato) annuisce, sorride imbarazzato, batte il petto con la mano destra, si gira verso Kevin Durant che è alle spalle e gli stringe la mano tra gli applausi poi mette entrambi le mani in testa (quasi a voler contenere l'emozione) e lascia che a parlare sia il cuore.
"È un onore incredibile rappresentare gli Stati Uniti su questo palcoscenico mondiale, soprattutto in questo momento particolare. I Giochi sono anche un'opportunità per unire il mondo intero. È il potere dello sport e questo non può che rendermi ulteriormente orgoglioso. Il Team Usa ha dato così tanto a tutti noi, a me negli ultimi 20 anni… non posso che essere fiero". Da sotto la visiera del cappellino che indossa nulla sfugge, nemmeno quella luce che brilla negli occhi umidi ma King James se la cava benissimo: è da una vita che il mondo gli tiene gli occhi incollati addosso.
L'edizione francese sarà la quarta della carriera per il 39enne quattro volte campione NBA, leggenda della palla a spicchi: ad Atene nel 2004 conquistò un bronzo, poi ha messo al collo due ori nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra. Nel 2016 (Rio, in Brasile) e nel 2021 (Tokyo, in Giappone) la sua assenza ha lasciato un vuoto, adesso ha l'opportunità di scolpire nella storia quella che potrebbe essere la sua ultima partecipazione alla rassegna a Cinque Cerchi.
Mai LeBron avrebbe immaginato che gli sarebbe capitata una cosa del genere (compito che dividerà con la tennista, Coco Gauff). "Tutti noi proveniamo da percorsi di vita diversi, città diverse, educazioni differenti – ha aggiunto -. Credo che l'ultima cosa che ci venga in mente è portare una bandiera che rappresenti il nostro Paese durante le Olimpiadi. Non ci avevo mai pensato… nemmeno in sogno avrei immaginato che questo grandissimo onore potesse capitare proprio a me. Per un ragazzo di Akron (città in Ohio, ndr) questa responsabilità significa tutto non solo a livello personale ma anche per la mia famiglia, i bambini della mia città natale, i miei compagni di squadra, gli altri olimpionici e tutto il Paese. Condividere quel momento con voi, ragazzi, lo renderà ancora più memorabile".