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La previsione di coach Pozzecco su Simone Fontecchio: “Entro 2 anni in NBA da protagonista”

Il neo-allenatore della Nazionale italiana si sbilancia sul ragazzo abruzzese, sempre più protagonista in Azzurro. E scomoda un paragone importante per lui.
A cura di Luca Mazzella
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Una prepotente ascesa con vista NBA. Esploso alla Virtus Bologna, colta subito la grande occasione con la chiamata dell'Olimpia Milano, passanto per le insoddisfacenti stagioni tra Reggio Emilia e Cremona, infine rinato fuori dai confini italiani fino alla definitiva esplosione arrivata esattamente un anno fa, quando tra torneo pre-olimpico di Belgrado e Olimpiadi di Tokyo, Simone Fontecchio ha dimostrato al mondo di essere diventato un giocatore di livello internazionale.

Avvicinando tifosi, appassionati, sempre più innamorati del suo elegante rilascio e di una maturità tecnica ormai acquisita, che secondo il suo nuovo coach nella Nazionale Italiana deve condurlo dritto al palcoscenico più prestigioso: l'NBA. Simone, che dallo scorso anno ha lasciato l'Alba Berlino per accasarsi al Saski Baskonia (12.4 punti a partita in Liga ACB, 11.0 in Eurolega, in entrambi i casi tirando con oltre il 40% dall'arco), ha tutto per centrare il bersaglio grosso, consolidando il suo status prima del grande salto, come testimoniano le parole del suo nuovo coach in Nazionale Gianmarco Pozzecco.

Il paragone scomodo

Secondo il Poz, intervistato oggi a La Gazzetta dello Sport, l'obiettivo del 26enne di Pescara deve essere, entro 2 anni, quello di arrivare a giocare tra i pro americani e non con un ruolo qualsiasi, ma da protagonista e stabilmente nelle rotazioni. Per intenderci, senza rischiare il salto nel vuoto che si è poi rivelata essere – anche e soprattutto per fattori non dipendenti da lui – l'avventura di Nick Melli in quel di New Orleans.

Anche il lungo oggi all'Olimpia Milano, una volta consacratosi tra i più forti e decisivi giocatori europei, aveva accettato le lusinghe dei Pelicans salvo trovarsi in un contesto tecnico complesso con scarso minutaggio e ancor meno fiducia dell'allora coach Van Gundy.

Fontecchio deve invece ambire a fare meglio dei suoi predecessori, e in una lega sempre più orientata alla ricerca di talento puro nel vecchio Continente e che ha imparato ad attingere ai campionati europei per trovare specialisti fatti e finiti, ha tutti i mezzi fisici e tecnici per imporsi come già un anno fa la prestigiosa penna di Associated Press, Tim Reynolds, aveva scritto su Twitter "Sto cercando di capire perché Simone Fontecchio non è nella lega".

Ne è fermamente convinto Pozzecco, che ha scomodato il paragone con il suo ex compagno e amico storico Andrea Meneghin, oltre 100 presenze in Azzurro, campione d'Italia proprio con la Formica Atomica in quel di Varese un oro europeo nel 1999, simbolo di quella che è stata l'ultima generazione di fenomeni a dare lustro alla nostra Nazionale di basket "Ha tutto per sfondare, lui è il nostro Andrea Meneghin. È il miglior complimento che gli possa fare"

Anche nell'ultima sfida giocata dagli Azzurri, nella gara di qualificazione al Mondiale 2023 contro l'Olanda, Simone è stato il miglior realizzatore e l'uomo partita nella fondamentale vittoria – la prima dell'era Pozzecco – dimostrando una volta di più dopol'exploit tra Belgrado e Tokyo come i colori della Nazionale gli abbiano dato definitivo slancio e fiducia nell'imporsi da assoluto protagonista, dopo un percorso a livello di club che l'ha visto prima affacciarsi da giovanissimo al grande pubblico, vincendo il premio di miglior giovane del campionato di serie A nel 2015, poi deludere nella prima chance di livello e infine ricostruirsi in Germania consacrandosi poi giocatore di livello Eurolega.

Già nel mese di giugno le sirene da oltreoceano sembravano suonare con forza nei confronti dell'ala classe '95, che ha nel suo contratto con il Baskonia una clausola espressa per accettare una chiamata NBA e lasciare quindi gli spagnoli. Se il percorso ormai lineare e in crescendo intrapreso nelle ultime stagioni continuerà imperterrito, vedere un altro italiano in NBA, oggi folgorata dal talento della prima scelta Paolo Banchero, non è utopia. Simone Fontecchio può essere protagonista anche in America.

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