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La Nba era il sogno di Tyrell Terry, si ritira all’improvviso a 22 anni: “Mi stava distruggendo”

Tyrell Terry era stato scelto al numero 31 del draft NBA 2020 dai Dallas Mavericks, dopo due anni lascia il basket improvvisamente: “Una roccia si sedeva sul mio petto, lottavo per respirare”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Si parla spesso dei problemi di salute mentale nello sport, tanto più impattanti sulla vita degli atleti quanto più il livello sale. Stress, aspettative, delusioni e quant'altro la mente non possa più reggere: tutto questo può presentare il conto all'improvviso e portare al corto circuito, con conseguenze talvolta devastanti. Bisogna essere in grado di cogliere i segnali che dicono che ci si sta inoltrando in un tunnel dal quale è sempre più difficile uscire: solo in quel modo è possibile farsi aiutare. L'alternativa è decidere di compiere un gesto forte che risolva il problema alla radice.

Mollare tutto per liberarsi dalle catene che stanno appesantendo cuore e anima e sentirsi di nuovo leggeri. È quello che ha fatto – sorprendendo tutti – Tyrell Terry, 22enne americano che era stato scelto al secondo giro del draft NBA 2020 col numero 31 dai Dallas Mavericks (qui sotto il video con la gioia di quel momento).

L'impatto col mondo professionistico tuttavia non è stato all'altezza delle aspettative: tagliato dai Mavs con un bilancio di sole 11 partite giocate, Terry è approdato poi ai Memphis Grizzlies, che gli hanno dato il benservito l'estate scorsa (2 sole presenze con loro). Da allora tutte le porte sono rimaste chiuse, finché qualche ora fa il giovane ha pubblicato un post sul proprio profilo Instagram con cui ha annunciato che lascia il basket a causa dell'ansia che non gli dà tregua.

"Questo messaggio è molto difficile da condividere ed emozionante da scrivere – scrive Terry – Oggi ho deciso di lasciar perdere il gioco che ha formato gran parte della mia identità. Qualcosa che ha guidato il mio cammino da quando ho mosso i miei primi passi. Mentre ho raggiunto traguardi incredibili, ho creato ricordi indimenticabili e mi sono fatto amici per tutta la vita… ho anche vissuto i momenti più bui della mia vita. Al punto che invece di costruirmi, questo ha iniziato a distruggermi. Ho iniziato a disprezzare e mettere in dubbio il valore di me stesso, molto più di quanto coloro che mi circondano possano mai vedere o conoscere

Pensieri intrusivi, svegliarmi con la nausea e ritrovarmi a lottare per avere respiri normali a causa della roccia che si sedeva sul mio petto e che sembrava pesare più di quanto potessi sopportare. Questa è solo una breve descrizione dell'ansia che questo sport mi ha causato e sebbene sia grato per ogni porta che mi ha aperto, non posso continuare questa lotta per qualcosa di cui mi sono disinnamorato".

Per i più, sarò sempre conosciuto come un fallimento o uno spreco di talento. Mentre questi possono essere veri quando si tratta di basket, sono i più grandi fallimenti della vita che portano al più grande successo. C'è di più per me in questo immenso mondo e sono estremamente eccitato di poterlo esplorare. E per la prima volta, riuscire a trovare la mia identità al di fuori dell'essere un giocatore di basket. Sono eternamente grato a chi ha creduto in me e chiedo scusa a chi ho deluso. Ma ora sto percorrendo una strada diversa, quella che si spera porti alla felicità e al potermi amare di nuovo".

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