La moglie di Kobe Bryant: “Vorrei tornare a quella mattina di gennaio, la vita è ingiusta”
Il 13 aprile del 2016 Kobe Bryant giocò la sua ultima partita in NBA. A 38 anni uscì di scena da campione, realizzando 60 punti nella sfida contro gli Utah Jazz (battuti per 101-96). Calò il sipario in grande stile su una carriera che lo vide all'apice nei Los Angeles Lakers: vent'anni anni, dal 1996 fino al ritiro dalla pallacanestro che rappresentò tutto per la sua vita. Oggi, nel giorno di Pasqua, a distanza di quattro anni da allora, sua moglie, Vanessa, lo ricorda con dolore pubblicando su Instagram un messaggio straziante a corredo del video che ripercorre le ultime gesta dell'ex marito.
Lui e la figlia Gianna Maria (Gigi, il vezzeggiativo amorevole con il quale la chiamavano in famiglia) sono morti il 26 gennaio scorso nell'incidente in elicottero che fece il giro del mondo: morì così una della leggende del basket e dello sport mondiale. Nel disastro persero la vita altre sette persone. La franchigia dei Lakers, in suo onore, ha ritirato le maglie 8 e 24 nel corso di una cerimonia presieduta da Magic Johnson.
Mio marito ha lavorato per 20 anni. Mi ha dato tutto – si legge nel post di Vanessa Bryant -. Voleva solo trascorrere del tempo con me e le nostre ragazze per recuperare un po' di quello perduto. Voleva essere lì, al fianco delle nostre ragazze, in ogni momento speciale della loro vita. Ha avuto solo 3 anni e 9 mesi di "pensione" per farlo.
A febbraio scorso lo Staples Center di Los Angeles, gremito di pubblico all'interno e all'esterno del palazzo dello sport, ha regalato momenti di grande commozione per l'ultimo saluto a Kobe e alla figlia. A omaggiarli c'erano tutti i più grandi nomi della pallacanestro, da Michael Jordan a Shaquille O'Neal. La cerimonia si concluse con la proiezione del corto animato "Dear Basketball": una produzione che portò in dote all'ex stella della "palla a spicchi" anche la statuetta più ambita a Hollywood: l'Oscar. Per la moglie Vanessa è un ricordo durissimo.
Abbiamo avuto altre 2 figlie, ha vinto un Oscar – si legge ancora nel messaggio -, ha aperto gli studi Granity, è diventato un autore tra i più letti e ha allenato la squadra di basket di Gianna. Ha lavorato sodo e ha dato tutto per il basket proprio come suo padre. Vorrei poter tornare a quella mattina, ogni giorno. La vita non è davvero giusta. Questo è solo insensato.