La leggenda Sasha Volkov prende le armi in Ucraina: è stato il primo ex sovietico in NBA
La guerra che infuria in Ucraina ha travolto tutto e tutti, impossibile tirarsi fuori, voltarsi dall'altra parte. Impossibile farlo chiunque tu sia, dal padre di famiglia che accompagna al confine moglie e figli per tornare a combattere, fino a chi è famoso, ha tutto, o forse aveva tutto fino a due settimane fa. Sportivi come il tennista Sergiy Stakhovsky o l'allenatore dello Sheriff Tiraspol Yuriy Vernydub, che sono tornati in patria per imbracciare le armi e difendere il Paese dall'aggressione russa, ma anche leggende del passato come i pugili Klitschko o il grande Alexander ‘Sasha' Volkov.
Il 57enne ex giocatore di basket è un'istituzione in Ucraina: è stato il centro dell'Unione Sovietica medaglia d'oro alle Olimpiadi di Seul nel 1988 e poi l'anno dopo è stato il primo ex sovietico – nonché il primo ucraino – a giocare nella NBA, dividendo il primato con il lituano Sarunas Marciulonis. Volkov giocò per 3 anni ad Atlanta, con la maglia degli Hawks.
Il palmarés del cestista è sterminato, oltre all'oro olimpico ha vinto anche un oro europeo e due argenti mondiali, tutti con l'ex URSS. Con i club – per ironia della sorte – giocò anche col CSKA Mosca, vincendo il campionato con l'allora Armata Rossa, e lo abbiamo ammirato anche sui parquet italiani: nella stagione 1992-93 vestì la maglia della Viola Reggio Calabria, con Charlie Recalcati come allenatore.
E proprio a Recalcati e a Dino Meneghin, amici del mondo del basket italiano con cui è ancora in contatto, ha inviato via WhatsApp la sua foto in mimetica col fucile a fianco, mentre è impegnato a pattugliare le strade di Kiev. Volkov, che dal 2007 è presidente della Federazione ucraina, una decina di giorni fa aveva mandato all'amico varesino Gianni Chiapparo un video dei bombardamenti con la scritta: "Non ci posso ancora credere, ma questa è la realtà…", racconta la Gazzetta dello Sport. Un incubo senza fine.