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La leggenda del basket Oscar interrompe la chemio per il tumore: “Voglio essere un padre migliore”

Il brasiliano Oscar Schmidt ha annunciato che dopo 11 anni ha deciso di interrompere la chemioterapia per il tumore al cervello: “Non ho più la paura di morire”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non ci vuole molto per descrivere Oscar Schmidt: il 64enne ex giocatore di basket è semplicemente il miglior realizzatore nella storia del gioco a livello professionistico. I suoi 49.737 punti messi a segno in una lunghissima carriera rappresentano un record mondiale che appare fantascientifico poter battere in futuro: basti pensare che l'ugualmente longevo LeBron James sta inseguendo Kareem Abdul-Jabbar per togliergli il primato di marcatore all-time della NBA a 38.387 punti, un oceano di canestri dietro.

Amatissimo in tutto il mondo per la gioia espressa in campo e per la persona che è fuori, il brasiliano ha fatto la storia della pallacanestro anche in Italia, vestendo le maglie di Caserta (portata al vertice del panorama nazionale) e Pavia, diventando lo straniero ad aver segnato più punti in assoluto (sette volte primo nella classifica marcatori della Serie A1). Pur non avendo mai giocato nella NBA, è stato inserito nella Hall of fame del campionato professionistico statunitense, unico ad aver ricevuto questo privilegio. Del resto gli americani scoprirono con che razza di diavolo avessero a che fare quando in uno storico giorno del 1987 il Brasile li batté nella finale dei Giochi Panamericani: Oscar segnò 46 punti, di cui 35 nel secondo tempo, trascinando i verdeoro a rimontare da -20.

Oscar Schmidt oggi a 64 anni, sempre sul campo di basket
Oscar Schmidt oggi a 64 anni, sempre sul campo di basket

La vita di Oscar si è imbattuta 11 anni fa in un ostacolo ben più duro di una stoppata: fu sottoposto ad un'operazione per un tumore al cervello, essendo costretto ad un altro intervento due anni dopo, iniziando poi la chemioterapia. Una cura molto pesante che ha continuato per tutti questi anni, fino alla decisione di interromperla comunicata nei giorni scorsi: "Ho smesso quest'anno, ho deciso di fermarmi. Avevo il terrore di morire. Chiudere gli occhi e non svegliarmi più era per me un terrore. E grazie al tumore, ho perso quella paura. Non voglio essere il miglior oratore o il miglior giocatore. Voglio essere un marito e un padre migliore".

Una dichiarazione che poi ‘A Mão Santa' (la Mano Santa, per i miracoli che faceva con la palla a spicchi) ha voluto chiarire, riducendone in parte la portata e spiegando che ora sta bene: "Ho fatto la chemioterapia, che ho interrotto quest'anno. Ho deciso di fermarmi – ha detto dopo qualche ora da quelle prime frasi – Il dottore ha detto tre anni fa che stava pensando di interrompere la chemioterapia. Ho detto: vuoi uccidermi, dottore? Poi siamo andati avanti per due anni e mezzo e io ho smesso all'inizio di quest'anno perché, se lo ha detto due anni e mezzo fa, vuol dire che sono guarito. E questo è quello che è successo. Il Papa mi ha benedetto, mi ha messo la mano addosso, non ero mai stato vicino al Papa", ha concluso rifendosi all'incontro con Papa Francesco nel 2013.

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