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La finale per il titolo di basket in Grecia diventa un inferno: caos scoppiato per un piano folle

Nel match tra Panathinaikos e Olympiacos succede di tutto: dai cori ostili ai puntatori laser, fino al tiro al bersaglio, all’accensione di torce e alle detonazioni di petardi. L’ultima gara della serie finisce in anticipo ma dietro quegli incidenti c’era una vendetta diabolica.
A cura di Maurizio De Santis
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La gara tra Panathinaikos e Olympiacos sospesa e poi chiusa in anticipo per incidenti.
La gara tra Panathinaikos e Olympiacos sospesa e poi chiusa in anticipo per incidenti.

L'Olympiacos è campione di Grecia nel basket, un titolo che è arrivato a margine della serie vincente contro il Panathinaikos ma è stato sporcato dagli incidenti gravissimi scoppiati in casa degli avversari. L'inferno è scoppiato alla fine del terzo quarto quando il punteggio era sul 35-63 in favore dei biancorossi: il lancio di oggetti e di bombe carta hanno costretto gli arbitri e gli altri ufficiali di gara a dichiarare conclusa in anticipo la partita. Mancavano 2′ e 42″ alla conclusione del match ma in realtà era finito molto prima.

I giocatori abbandonano il campo, impossibile continuare l'incontro.
I giocatori abbandonano il campo, impossibile continuare l'incontro.

La sensazione era una sola, la si toccava con mano alla luce dell'aria che tirava all'interno del palazzetto e di quanto stava accadendo. Dai cori ostili ai puntatori laser, fino al tiro al bersaglio e alle detonazioni: quegli episodi di violenza, quel clima di aggressività ha scandito in crescendo tutta la durata dell'incontro almeno fino a quando non è stato più possibile andare avanti. C'era un piano dietro quelle intemperanze: ovvero che i tifosi di casa, a causa dell'acerrima rivalità sportiva, mai avrebbero permesso all'Olympiacos di conquistare sul loro campo il trofeo della stagione.

La relazione ufficiale sui fatti è come un bollettino di guerra: inizia tutto alla fine del primo quarto, quando il coach dell'Olympiacos, Giorgios Bartzokas, è stato disturbato dai laser, oggetto di cori di scherno insistenti e verso la sua panchina è stata lanciata acqua, solo la rete di protezione ha impedito che addosso a lui, ai collaboratori e altri tesserati arrivasse di tutto.

Si è trattato solo di un assaggio rispetto a quel che sarebbe avvenuto all'inizio del terzo quarto. Non che il secondo fosse stato "tranquillo", ma è allora che si ha la certezza che la situazione di lì a poco sarebbe divenuta ingestibile: vengono accese torce e fumogeni, l'aria diventa irrespirabile ma le cose peggiorano per le detonazioni di botti a bordo campo. Gli annunci ripetuti dagli altoparlanti, gli inviti alla calma servono a nulla. Non si può più giocare né garantire la sicurezza delle persone presenti all'interno del palazzetto che sarà evacuato poco dopo.

La sfida decisiva per il titolo sporcata dalle gravi intemperanze dei tifosi.
La sfida decisiva per il titolo sporcata dalle gravi intemperanze dei tifosi.

È solo questione di attesa burocratica ma in realtà era già tutto deciso. Una volta esaurito il lasso di tempo previsto dal regolamento, un ultimo confronto tra ufficiali di gara e tesserati viene decretata la fine dell'incontro. Vince l'Olympiacos nel caos generale ma con pieno merito per quanto fatto nei match precedenti. Il resto è un inferno da dimenticare.

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