La finale per il titolo di basket in Grecia diventa un inferno: caos scoppiato per un piano folle
L'Olympiacos è campione di Grecia nel basket, un titolo che è arrivato a margine della serie vincente contro il Panathinaikos ma è stato sporcato dagli incidenti gravissimi scoppiati in casa degli avversari. L'inferno è scoppiato alla fine del terzo quarto quando il punteggio era sul 35-63 in favore dei biancorossi: il lancio di oggetti e di bombe carta hanno costretto gli arbitri e gli altri ufficiali di gara a dichiarare conclusa in anticipo la partita. Mancavano 2′ e 42″ alla conclusione del match ma in realtà era finito molto prima.
La sensazione era una sola, la si toccava con mano alla luce dell'aria che tirava all'interno del palazzetto e di quanto stava accadendo. Dai cori ostili ai puntatori laser, fino al tiro al bersaglio e alle detonazioni: quegli episodi di violenza, quel clima di aggressività ha scandito in crescendo tutta la durata dell'incontro almeno fino a quando non è stato più possibile andare avanti. C'era un piano dietro quelle intemperanze: ovvero che i tifosi di casa, a causa dell'acerrima rivalità sportiva, mai avrebbero permesso all'Olympiacos di conquistare sul loro campo il trofeo della stagione.
La relazione ufficiale sui fatti è come un bollettino di guerra: inizia tutto alla fine del primo quarto, quando il coach dell'Olympiacos, Giorgios Bartzokas, è stato disturbato dai laser, oggetto di cori di scherno insistenti e verso la sua panchina è stata lanciata acqua, solo la rete di protezione ha impedito che addosso a lui, ai collaboratori e altri tesserati arrivasse di tutto.
Si è trattato solo di un assaggio rispetto a quel che sarebbe avvenuto all'inizio del terzo quarto. Non che il secondo fosse stato "tranquillo", ma è allora che si ha la certezza che la situazione di lì a poco sarebbe divenuta ingestibile: vengono accese torce e fumogeni, l'aria diventa irrespirabile ma le cose peggiorano per le detonazioni di botti a bordo campo. Gli annunci ripetuti dagli altoparlanti, gli inviti alla calma servono a nulla. Non si può più giocare né garantire la sicurezza delle persone presenti all'interno del palazzetto che sarà evacuato poco dopo.
È solo questione di attesa burocratica ma in realtà era già tutto deciso. Una volta esaurito il lasso di tempo previsto dal regolamento, un ultimo confronto tra ufficiali di gara e tesserati viene decretata la fine dell'incontro. Vince l'Olympiacos nel caos generale ma con pieno merito per quanto fatto nei match precedenti. Il resto è un inferno da dimenticare.