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Kyrie Irving vuole riprendersi la NBA: “Ho dovuto fare un passo indietro”

Fuori squadra da oltre 2 mesi, la terza star dei Brooklyn Nets si prepara al ritorno in campo. I dubbi sul futuro, però, restano.
A cura di Luca Mazzella
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Non vaccinato, messo fuori squadra a metà ottobre, ora tornato ad essere giocatore part-time. O almeno, in procinto di diventarlo.  I Brooklyn Nets hanno richiamato Kyrie Irving, tornando sui loro passi e sacrificando gran parte della coerenza mantenuta sin oggi, sull’altare del successo e della voglia di vincere l'anello NBA, obiettivo che con il numero 11 a disposizione – seppur a tempo – non è più una chimera. Soprattutto con un Kevin Durant in versione MVP e un James Harden tornato a splendere nelle ultime partite.

In pieno focolaio covid-19, con ben 10 giocatori entrati nel protocollo e quindi indisponibili, la franchigia era infatti ricorsa alla decisione più imprevedibile di tutte , ma nemmeno il tempo dell'annuncio ufficiale e Irving era risultato positivo al primo dei 5 tamponi necessari per rientrare. Superata la quarantena di 10 giorni e una volta negativizzato, il giocatore è riapparso per un’intervista coi media dopo mesi dall’ultima volta, intervallati da diversi video pubblicati sui suoi canali social a spezzare un silenzio che va avanti dal 13 ottobre.

Kyrie ha esordito affermando di essere “Consapevole delle conseguenze del non essere vaccinato” e di aver compreso i motivi che hanno portato i Nets ad escluderlo dalle rotazioni. “Ho dovuto fare un passo indietro e mi sono dovuto fermare un attimo per riflettere e inquadrare le cose dalla prospettiva dei miei compagni, della dirigenza e di tutti gli altri, e così capire fino in fondo quello che stavano facendo. Ho giocato qualche partita nel North Jersey per provare a restare allenato, ma oggi è stata la prima volta contro i compagni. Voglio giocare, ma so che occorrerà del tempo”. Ciò nonostante, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla vaccinazione, mantenendo quindi la linea già trapelata nei giorni scorsi di una volontà assoluta di non sottoporsi ad alcun vaccino. Avendo contratto il virus, per giunta, l'urgenza estrema di un suo cambio di idea a riguardo va scemando, anche se il tema tornerà prepotentemente di attualità con l'avvicinarsi dei Playoffs.

Quando potrà giocare?

Irving sarà a disposizione per le sole partite in trasferta (escluse quelle in casa dei New York Knicks,  dei Golden State Warriors e dei Toronto Raptors), non essendogli consentito di scendere in campo da non vaccinato nello Stato di New York. Questo vuol dire che, dal momento che Brooklyn giocherà 7 delle prossime 9 partite in casa, le due occasioni utili potrebbero essere la notte tra il 5 e il 6 gennaio a Indianapolis o, una settimana dopo, contro i Chicago Bulls che inseguono proprio i Nets ad appena una partita di distanza per la vetta della Eastern Conference. Partite che Irving vorrebbe poter giocare da subito, dopo la lunga lontananza dai campi:

La notte scorsa non riuscivo a dormire: il basket mi è mancato tanto. Conoscevo le conseguenze della mia scelta, ma ciò nonostante non ero preparato ad affrontarle. Riprendere gradualmente è giusto, ma la verità è che a prescindere da quando accadrà, non vedo l’ora di giocare di nuovo

Un nuovo equilibrio da trovare

"Inutile avere fretta, mancano 50 partite e lo farò giocare quando lo riterrò pronto. Potrebbe essere il 5 gennaio contro Indiana, o anche quella subito dopo", ha affermato coach Steve Nash, che nel frattempo studia il miglior modo per reintegrare negli equilibri offensivi e difensivi della squadra un giocatore tecnicamente eccezionale ma desideroso di tiri, responsabilità e centralità nella metà campo d’attacco. Equilibri che torneranno poi quelli consolidati da inizio anno per le partite casalinghe.

Una situazione paradossale, non semplicissima da gestire e totalmente nuova, ma che aggiunge anche se solo a tempo la star che consentirà a James Harden di tornare ad essere point-guard e facilitatore a tutto tondo e a Kevin Durant di concedersi qualche possesso di riposo dopo le fatiche della prima metà di stagione. È proprio la volontà degli altri due tenori di riabbracciare l'amico nonché traino della loro scelta di approdare a Brooklyn ad aver motivato il dietro-front Nets, che speranzosi a loro volta di un ripensamento di Irving si preparano a vedere i Big 3 in campo lontano dal parquet amico. È già un inizio incoraggiante, viste le premesse di inizio anno.

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